I padri fondatori l’avevano scelta come simbolo dei neo-nati Stati Uniti per la sua bellezza selvaggia e il fiero spirito d’indipendenza. Una coppia di cacciatori del Montana, invece, era apparentemente interessata solo al valore delle piume.
Parliamo dell’aquila testabianca, maestoso volatile nonché più grande rapace del Nord America. Dal gennaio 2015 al marzo 2021, due uomini sono stati accusati dai procuratori federali di averne uccise oltre 3.600 esemplari, vendendone piume e altre parti sul mercato nero. La caccia sarebbe avvenuta principalmente all’interno o nei pressi della Flathead Indian Reservation, nel Montana occidentale.
Simon Paul e Travis John Branson sono stati accusati la scorsa settimana da un gran giurì federale del Treasure State di cospirazione, traffico illegale di aquile testabianca e violazione del Lacey Act, che vieta il traffico di animali selvatici.
I due rischiano fino a 11 anni di carcere e multe di 275.000 dollari ciascuno se condannati per tutte le accuse.
L’uccisione di aquile testabianca (e aquile in generale) è stato reso illegale dal Congresso nel 1940. Nel 1967 gli uccelli erano stati inseriti nell’elenco delle specie minacciate, ma dopo 40 anni, nel 2007, gli sforzi sono stati ripagati e hanno consentito di rimuovere il rapace dalla categoria a rischio.