La Corte Suprema deciderà su eventuali limiti alla pillola abortiva. I giudici hanno deciso di ascoltare un caso sul popolare e diffuso mifepristone, entrando così ancora sull’acceso dibattito sulle interruzioni di gravidanza dopo aver capovolto la storica sentenza Roe vs Wade del 1973, che ha legalizzato l’aborto negli Stati Uniti.
La decisione della Corte Suprema sulla pillola abortiva potrebbe arrivare in giugno, nel mezzo della campagna elettorale per il 2024.
Dopo l’annuncio, la Casa Bianca ha subito commentato la notizia facendo sapere come Joe Biden sia “fermamente impegnato” a difendere l’accesso delle donne all’aborto negli Stati Uniti. “Il presidente e la vicepresidente sono fermamente impegnati a difendere l’accesso delle donne alla salute riproduttiva”, ha annunciato in una dichiarazione la portavoce Karine Jean-Pierre.
Tutto questo mentre in Russia il Consiglio regionale dell’oblast russa di Nizhny Novgorod ha presentato alla Duma un disegno di legge che propone di vietare gli aborti nelle cliniche private in Russia a livello federale.
“L’interruzione artificiale della gravidanza viene effettuata nelle organizzazioni mediche del sistema sanitario statale e municipale”, recita il testo della proposta di legge. Secondo Meduza, nelle regioni di Mordovia, Tver e Kaliningrad, le autorità locali hanno introdotto sanzioni amministrative per chi, a loro dire, induce le donne ad abortire, e il 12 novembre il patriarca di Mosca Kirill – considerato molto vicino al Cremlino – ha chiesto di introdurre iniziative di questo tipo in altre regioni russe e a livello nazionale.
Fonti vicine al Cremlino e alla Duma sostengono anche che le autorità russe non abbiano per ora intenzione di introdurre un divieto totale dell’aborto, ma introdurranno “forme più morbide” di regolamentazione.
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