Nei Grandi Laghi che dividono gli Stati Uniti dal Canada è in atto un fenomeno insolito e inaspettato, un’invasione di enormi famelici pesci rossi.
Liberati da proprietari che li tenevano in cattività, quelli che una volta erano pesciolini grandi meno di un dito hanno preso il sopravvento su altre specie, e nonostante i cambiamenti climatici sono riusciti a adattarsi a acque sempre più calde e meno ossigenate, crescendo oltremisura.
Il Carassius Auratus – una specie di carpa originaria dell’Asia orientale, comperata soprattutto per piacere estetico e perché ritenuta un simbolo portafortuna – viene tenuto solitamente dentro bocce di vetro dove cresce soltanto pochi centimetri, ma se rilasciato in natura può assumere proporzioni notevoli e causare danni all’ecosistema.
Questi pesci, se rimossi dai loro contenitori e non più limitati ai piccoli pasti a base di fiocchi, possono crescere fino a raggiungere i 40 centimetri, al punto di assomigliare a palloni da calcio dal colore arancione brillante.
La Michigan State University si è occupata del problema e ha pubblicato un articolo in cui invitava le persone a non rilasciare questi animali negli specchi d’acqua dolce pubblici, per non peggiorare la situazione.
Chiunque in possesso di un pesce rosso è stato incoraggiato a trovare una nuova casa per i coinquilini diventati indesiderati, magari regalandoli a una comunità, come una scuola, un centro educativo, o a riportarli a un veterinario o a un negozio di animali.
Un pescatore chiamato Mike Loughran ha dichiarato di essere quasi caduto in acqua la prima volta che ne ha avvistato uno nel lago Erie.
“Onestamente, ero sotto shock, sono quasi caduto dal mio kayak. – ha dichiarato – È semplicemente pazzesco vedere che un pesciolino tanto piccolo comperato in un sacchetto a una fiera diventi lungo 40 centimetri”.
Secondo la biologa Christine Boston questi pesci una volta divenuti selvatici si radicano e iniziano a mangiare piante e alghe che servono a nutrire specie autoctone. L’assunzione di tali organismi li porta poi a espellere sostanze nutritive che favoriscono la crescita di fioriture algali dannose.
La dottoressa Boston, che lavora per Fisheries and Oceans Canada, ritiene inoltre che una delle cause legate alla loro proliferazione sarebbe da ricondursi alle femmine che raggiungono velocemente la maturazione sessuale e la capacità di riprodursi più volte in una stagione.
Boston, che ha monitorato i Carassius in una baia del lago Ontario per diversi anni, è l’autrice principale di un nuovo studio sul Journal of Great Lakes Research, che descrive in dettaglio come individuare queste popolazioni altamente invasive.
“Abbiamo scoperto dove si trovano prima che inizino a deporre le uova e questa è una buona occasione per sbarazzarsi di loro” ha raccontato.
Fra le opzioni utilizzate per la rimozione degli appartenenti alla famiglia dei ciprinidi – arrivati in Nord America alla fine del 1800 – la cattura tramite reti specializzate dispiegate sotto il ghiaccio invernale e la “pesca elettrica” che consiste in un particolare metodo di stordimento, permette di spostare i pesci infestanti e evitare l’uccisione di quelli autoctoni.