All’Università Bloomington nell’Indiana un gruppo di ricerca guidato dal dott. Feng Guo, ha realizzato un mini-computer ibrido chiamato Brainoware composto da cellule neuronali umane e chip elettronici, con lo scopo di ampliare nuove conoscenze nel campo della bioinformatica e per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Finora questa macchina ha dimostrato di eseguire perfettamente calcoli per il riconoscimento vocale e risolvere enigmi informatici. Come si legge nello studio, l’hardware informatico ispirato al cervello mira a emulare la struttura e i principi di lavoro del cervello e potrebbe essere utilizzato per affrontare le attuali limitazioni nelle tecnologie di intelligenza artificiale.

Dai risultati dello studio che sono stati pubblicati sulla rivista Nature Electronics si evince che per ottenere questo sorprendente risultato, i ricercatori americani hanno per prima cosa ricostruito un vero proprio cervello ad hoc in miniatura (ovvero un organoide cerebrale), assemblando neuroni umani e fondendolo successivamente a un chip elettronico. Inoltre, gli autori dello studio affermano che Brainoware si è dimostrato capace di elaborare dati in modo molto efficiente e con le stesse prestazioni di un computer tradizionale della stessa potenza. Ma allora a cosa serve questa nuova tecnologia?
Gli scienziati sostengono che Brainoware possa essere un valido strumento utile a migliorare la comprensione del funzionamento del cervello umano. Inoltre – ha commentato Lena Smirnova, dell’Università Johns Hopkins a Baltimora che ha collaborato alla ricerca -“Potrebbero volerci decenni prima di realizzare sistemi generali di bioinformatica e questa ricerca probabilmente genererà intuizioni fondamentali sui meccanismi di apprendimento, sullo sviluppo neurale e sulle implicazioni cognitive delle malattie neurodegenerative”.