È cominciata oggi Washington, con la selezione della giuria, la causa per la richiesta dei danni per diffamazione a Rudy Giuliani che, con i suoi tentativi di screditare il risultato del voto nello stato della Georgia alle presidenziali del 2020 ha falsamente accusato due donne di aver manipolato le schede elettorali.
Il giudice distrettuale Beryl Howell ha già stabilito all’inizio di quest’anno che Giuliani è responsabile della diffamazione, con l’aggravante “dell’inflizione intenzionale del disagio emotivo e della cospirazione civile”. Il processo è solo per determinare l’ammontare del risarcimento danni che Giuliani dovrà pagare.
L’ex sindaco di New York è stato citato in giudizio da due ex impiegate dell’ufficio elettorale nella contea di Fulton, Ruby Freeman e sua figlia, Wandrea ArShaye “Shaye” Moss le quali hanno accusato Giuliani di aver orchestrato una campagna diffamatoria contro di loro “che ha trasformato la loro vita in un incubo”.
Dopo che il giudice aveva riconosciuto che Giuliani aveva in effetti diffamato le due donne, i loro avvocati hanno chiesto un risarcimento che ora la giuria popolare dovrà decidere e che varia da un minimo di 15 milioni e mezzo di dollari a un massimo 43 milioni.
Giuliani aveva accusato più volte Ruby Freeman e “Shaye” Moss di aver manipolato le schede elettorali. Una prima volta denunciò le due donne in un discorso alla Camera statale della Georgia in cui chiedeva ai legislatori locali di annullare il risultato delle elezioni. Poi andò in televisione, mostrando un video in cui si vedevano le due mentre lavoravano alla State Farm Aren di Atlanta contando i voti. Le immagini mostrate da Giuliani fanno vedere che durante lo spoglio dei voti un addetto elettorale porta vicino alle due donne uno scatolone di schede che erano state già contate. Tanto è bastato per far scattare le accuse, ma verità era ben differente. Se il video fosse stato mostrato nella sua interezza si sarebbe visto che pochi minuti dopo un altro addetto carica lo stesso scatolone, che non è mai stato aperto, su un carrello portapacchi e le porta via. Le schede erano state spostate per fare spazio. A giugno, dopo una accurata indagine, il comitato elettorale della Georgia ha concluso che le accuse mosse da Giuliani erano “false e infondate come si evince dal filmato nella sua interezza”.

One America News, il sito televisivo pro Trump, che aveva trasmesso a ripetizione il video falsificato con le accuse di Giuliani alle due donne ha raggiunto un accordo extragiudiziario con Ruby Freeman e sua figlia, Wandrea “Shaye” Moss.
Dopo le accuse di Giuliani la vita per le due donne si era trasformata in un inferno. Per mesi hanno ricevuto telefonate e lettere minatorie. Hanno dovuto lasciare il lavoro, abbandonare il loro appartamento per rifugiarsi in casa di alcuni parenti.
Inizialmente questa seconda parte del processo era stata fissata per il 25 luglio, ma gli avvocati di Giuliani avevano chiesto un rinvio. Un fatto questo che non è piaciuto agli avvocati delle due donne che hanno accusato Giuliani di utilizzare il rinvio per cercare di nascondere le sue proprietà per non far fronte al risarcimento dei danni.
Ruby Freeman e sua figlia, Wandrea “Shaye” Moss sono state anche testimoni nelle indagini della Commissione della Camera sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio, raccontando il loro dramma, le minacce e la paura dopo le accuse di Giuliani. Le loro testimonianze sono state acquisite dal procuratore speciale Jack Smith che sta indagando sul ruolo dell’ex presidente per l’assalto al Campidoglio.
Il procuratore distrettuale della contea di Fulton, Fani Willis, all’inizio di quest’anno ha incriminato Rudy Giuliani e l’ex presidente Donald Trump, e altre 17 persone, per i loro tentativi di ribaltare i risultati elettorali della Georgia. Gli inquirenti dell’ufficio del procuratore distrettuale sostengono inoltre che un associato di Trump, del quale fino ad ora non hanno rivelato il nome, ha cercato di fare pressioni su Ruby Freeman affinché ritrattasse la testimonianza. Trump e Giuliani si sono dichiarati non colpevoli di tali accuse e negano qualsiasi illecito. L’ufficio di Fani Willis ha detto che tutto verrà reso noto in aula durante il processo.