Il Dipartimento di Stato USA starebbe prendendo in considerazione la possibilità di regolarizzare il lavoro di aupair, ragazzi ma soprattutto ragazze che si trasferiscono negli Stati Uniti per lavorare come baby sitter 40 o 45 ore a settimana, vivendo nella stessa casa della famiglia presso cui lavorano, con vitto e alloggio gratuiti, oltre a ricevere un compenso settimanale.
La proposta alzerebbe lo stipendio di base tenendo conto dei salari minimi statali e locali, in modo che gli aupair vengano pagate equamente, e formalizzerebbe anche le mansioni da svolgere e gli orari di lavoro. Una proposta che divide l’amministrazione, fra chi vorrebbe proteggere i diritti di chi lavora e chi, invece, vorrebbe mantenere l’assistenza all’infanzia il più accessibile possibile.
Al momento lo stipendio, che è rimasto invariato da almeno dieci anni, si basa su quello minimo federale, cioè $7,25 l’ora per un totale di $195,75 per 45 ore settimanali, a cui viene detratto il 40 per cento per tenere conto di vitto e alloggio. Aupair e famiglie concordano sul fatto che sia molto basso, ma se dovesse alzarsi le seconde ammettono che non potrebbero permettersi una baby sitter, considerando che il costo annuale si aggira attorno ai $30mila. Secondo la proposta dello State Department, si farebbe riferimento al salario minimo statale e locale, mantenendo il 40 per cento in meno. In Stati come New York o la California, lo stipendio arriverebbe a $469,46 per 40 ore settimanali.
L’unico Stato che attualmente ha regolamentarizzato il lavoro da aupair, dopo la richiesta della corte d’appello federale nel 2019, è il Massachusetts. Nel 2020, lo stipendio settimanale è passato da $195,75 a $528,63 e si conta che nei due anni successivi il numero di aupair sia diminuito del 68 per cento.
Il visto richiesto per lavorare negli Stati Uniti come aupair è stato introdotto nel 1986 dallo State Department. Consente ai giovani tra i 18 e i 26 anni di vivere per un massimo di due anni con una famiglia ospitante e aiutarla a prendersi cura dei figli. Da allora, le regole sono pressoché rimaste invariate e ogni anno entrano circa 20mila aupair: ragazzi e ragazze che decidono di trascorrere un po’ di tempo negli Usa per imparare o perfezionare l’inglese, ma anche per responsabilizzarsi o fare un’esperienza all’estero.