Abigail Edan ha compiuto quattro anni in prigionia pochi giorni fa: è lei la bimba israelo-americana rilasciata con altri 16 ostaggi domenica da Hamas, come parte dell’accordo di tregua temporanea con Israele. Era la più giovane americana in ostaggio ed è divenuta un simbolo. Ma i genitori non ci sono più, uccisi nel massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre.
La bimba era nelle braccia del padre quando è stato falciato; coperta di sangue, è fuggita dai vicini, che l’hanno accolta, ed è stata catturata con loro; tutti rilasciati ieri. Abigail ha ancora un fratello e una sorella che erano riusciti a nascondersi.
Sua zia Guli, commossa, ieri ha rilasciato una dichiarazione spiegando che Abigail era arrivata in ospedale per i controlli: “voglio ringraziare tutti per l’amore e il sostegno”.
“Oggi è libera e io e Jill come tanti altri americani preghiamo che possa stare bene” ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
Biden ha detto di essere “speranzoso” che altri ostaggi americani saranno liberati: ce ne sarebbero otto a Gaza, più una persona in possesso di carta verde. Un altro motivo per cui la Casa Bianca fa pressione su Israele per il prolungamento del cessate il fuoco. Due donne statunitensi, madre e figlia, erano state già rilasciate in ottobre.
La storia di Abigail con i suoi occhioni è solo una delle tante. Come la piccola Emily Hand, nove anni, rilasciata due giorni fa. Ha solo il papà, Thomas Hand, a cui avevano detto inizialmente che la bimba era morta. Settimane più tardi sono emerse informazioni che la dicevano in vita. Si sono riuniti due giorni fa.