Di nuovo, Oscar Pistorius. L’atleta sudafricano, campione paralimpico, in carcere da dieci anni dopo un processo iper mediatico per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, ottiene la libertà condizionale fino all’esaurimento della pena e sarà scarcerato il prossimo 5 gennaio.
La decisione del Dipartimento per i servizi penitenziari del Sudafrica scatena le polemiche e le contestazioni della famiglia della vittima. Lo scorso marzo, la prima domanda di libertà condizionale era stata respinta perché mancavano i requisiti tecnici (ovvero il numero necessario di mesi già scontati in carcere).
Pistorius era stato condannato nel 2016 a 13 anni e sei mesi di carcere per l’omicidio della fidanzata. La madre di Reeva Steenkamp ha dichiarato che il campione paralimpico “non si è riabilitato” poiché la riabilitazione sociale richiede “che qualcuno si impegni onestamente, con la piena verità del suo crimine e delle sue conseguenze”. Pistorius dovrà sottoporsi a una terapia per il controllo della rabbia, ha detto alla stampa il portavoce della famiglia Steenkamp, Rob Matthews
Pistorius era stato soprannominato “l’uomo più veloce senza gambe”: amputato di entrambe le gambe sotto al ginocchio per una malformazione all’età di appena 11 mesi, aveva sempre fatto sport fino a dedicarsi all’atletica. Ai Giochi paralimpici di Atene nel 2004 vinse l’oro sui 200 metri, correndo con due protesi speciali al carbonio. Nel 2007 fece la storia ottenendo di gareggiare con i normodotati al Golden Gala di Roma, ma nel 2008 per i Giochi di Pechino la IAAF inizialmente rigettò la sua domanda, perché le sue protesti supertecnologiche gli avrebbero dato un vantaggio. Questa tesi fu smontata dal tribunale sportivo, ma Pistorius non riuscì a qualificarsi. Invece partecipò ai Giochi paralimpici in Cina dove vinse un altro oro, sui 100 metri (col tempo di 11″18) e poi di nuovo nei 200, e infine nei 400 col nuovo record mondiale paralimpico.
Straordinaria carriera sportiva dunque, anche se non arrivarono medaglie dai Giochi del 2012. Un anno dopo, la tragedia in casa sua.
Il 14 febbraio 2013, giorno di San Valentino, viene arrestato per l’omicidio della modella ventinovenne Reeva Steenkamp a colpi di pistola. L’atleta sostiene – e ha sempre sostenuto – la sua innocenza: avrebbe sparato sì, ma per sbaglio, confondendo nel colmo della notte la ragazza con un intruso, e sparandole quattro colpi attraverso la porta del bagno della casa in cui convivevano.
Il processo fu lungo e attirò immensa attenzione dai media di tutto il mondo: il primo grado si concluse in un anno con la condanna a cinque anni per omicidio colposo, ma la Procura di Johannesburg fece appello. Nel 2015 fu condannato per omicidio volontario, con una pena a sei anni aumentata poi a 13 anni e mezzo nel 2017.