Rosalynn Carter se ne è andata a 96 anni, due giorni dopo essere stata ricoverata in un centro di cure palliative di Plains, in Georgia, la sua città natale. L’ex first lady è morta circondata dalla famiglia; in maggio le era stata diagnosticata una forma di demenza.
Eleanor Rosalynn Carter era nata il 18 agosto del 1927 ed è stata sposata all’ex presidente Jimmy Carter per oltre 75 anni, incluso il periodo alla Casa Bianca (1977-1981). Insieme hanno avuto quattro figli. L’ex first lady è stata scrittrice e attivista per numerose cause, fra cui la salute mentale della popolazione americana.
Jimmy Carter, celebre per l’attività diplomatica nei decenni successivi al suo mandato alla Casa Bianca, e per questo figura simbolica per il Partito Democratico, ha 99 anni e resta a casa assistito dai medici.
Rosalynn Carter face campagna a fianco del marito nelle presidenziali del 1976 contro il presidente in carica, il repubblicano Gerald Ford. Dichiarò che non aveva intenzione di essere una first lady tradizionale, e si ritagliò un ruolo nella politica attiva; presenziava alle sedute del governo e rappresentò il marito in vari incontri con leader stranieri e statunitensi, incluso un viaggio come inviata in America Latina nel 1977. Nel 1980, Carter perse le elezioni contro il repubblicano Ronald Reagan.
L’ex first lady continuò nel suo impegno per la salute mentale e scrisse vari libri. Assieme al marito, Rosalynn contribuì all’espansione dell’organizzazione noprofit per gli alloggi Habitat for Humanity.
È stata la first lady più longeva dopo Bess Truman, e quella più a lungo sposata a un presidente. Nel 1999, durante la presidenza Clinton, i coniugi Carter ricevettero entrambi la Presidential Medal of Freedom.
Era la più grande di quattro figli e fin da piccola si caricò di responsabilità, dopo la morte del padre – per leucemia – quando aveva solo tredici anni. La brava ragazza del Sud si iscrisse al Georgia Southwestern College e nel suo primo anno di università, nel 1945, incontrò il futuro marito, appena tornato a Plains dall’Accademia Navale. Qualche anno fa, l’ex presidente raccontò al Washington Post di averla vista in chiesa, di averle chiesto un appuntamento immediatamente per andare al cinema, e di aver capito subito che era quella giusta: la mattina dopo disse a sua madre che l’avrebbe sposata.
In effetti, nel 1946 si sposarono e i primi anni di matrimonio viaggiarono a seconda di dove la Marina inviava il futuro presidente, dalla Virginia alle Hawaii al Connecticut. Ma nel 1953 tornarono a Plains, e Jimmy Carter lasciò la carriera navale per occuparsi dell’azienda di arachidi e fertilizzanti del padre.
Da lì la carriera politica dei Carter – lui in primo piano, lei come onnipresente supporto – prese il via prima con la campagna per l’elezione a governatore democratico della Georgia – nel 1970 – poi verso la Casa Bianca. Ma restare un passo indietro non faceva per Rosalynn. Nel 1980 aiutò l’approvazione del Mental Health Systems Act, una legge che garantiva finanziamenti ai centri locali per la salute mentale (legge che poi fu in larga parte abrogata dall’amministrazione Reagan).
Dopo aver lasciato la Casa Bianca, i Carter continuarono a impegnarsi in numerose cause umanitarie, a partire da The Carter Center, organizzazione per la salute e i diritti umani. Il Carter Work Project, in collaborazione con Habit for Humanity, è tuttora attivo e fino ad anni recenti la coppia presidenziale appariva di persona per impegnarsi nei cantieri di costruzione e rinnovamento di alloggi.
Nel 1991 Rosalynn Carter comincà anche a lavorare nel board di The Atlanta Project, organizzazione contro la povertà nella capitale della Georgia. Quello stesso anno varò l’iniziativa Every Child By Two, per aumentare la consapevolezza circa l’importanza delle vaccinazioni nella prima infanzia. Sia lei che il marito durante l’epidemia di Covid-19 fecero attivamente campagna a favore delle vaccinazioni.
Nel 2014 i Carter raccontarono al magazine People alcuni dei loro segreti per un matrimonio di successo; includevano “darsi molto spazio a vicenda”, ma anche qualche soluzione meno ovvia, per esempio leggersi a vicenda dei brani la sera a letto. “Abbiamo cominciato 40 anni fa” disse l’ex presidente “e non credo che abbiamo mai saltato una sera”.