Cos’hanno in comune la generazione Z e al-Qaeda? Più di quello che sembra.
A dimostrarlo è un nuovo inquietante trend, divenuto virale negli ultimi giorni, che ha visto decine se non centinaia di influencer mitizzare la famigerata “Lettera all’America” con cui Osama Bin Laden giustificava gli attentati dell’11 settembre 2001 – nella quale il leader terrorista sosteneva che si trattasse di una vendetta per il supporto americano ad Israele.
Lo scoppio di un nuovo, gravissimo conflitto tra lo Stato ebraico e i miliziani islamisti di Hamas sembra aver polarizzato l’opinione pubblica statunitense – e mondiale – a tal punto da ‘riabilitare’ il più acerrimo nemico di Washington dai tempi di Hitler? Non è ancora chiaro in che misura, ma intanto si fanno sempre più rumorose le critiche bipartisan verso il social network cinese che starebbe avallando “propaganda terroristica”.
Nella sua missiva, Bin Laden definiva la creazione di Israele un “crimine che deve essere cancellato”, aggiungendo che gli ebrei fossero ormai in pieno controllo di “politica, media ed economia” negli Stati Uniti. Il barbuto jihadista sosteneva inoltre che l’epidemia di AIDS fosse “un’invenzione satanica americana” ed era fermamente contrario all’idea che le donne potessero lavorare.
Over the past 24 hours, thousands of TikToks (at least) have been posted where people share how they just read Bin Laden’s infamous "Letter to America," in which he explained why he attacked the United States.
The TikToks are from people of all ages, races, ethnicities, and… pic.twitter.com/EwjiGtFEE3
— Yashar Ali 🐘 (@yashar) November 16, 2023
A ‘riscoprire’ per prima la lettera di Bin Laden pare essere stata l’influencer Lynette Adkins, che su TikTok conta ben 12 milioni di follower. In un video pubblicato mercoledì scorso che ha ricevuto quasi 100.000 like e più di 5.500 commenti, la giovane ha invitato i suoi follower a “smettere di fare quello che state facendo in questo momento e andare a leggere una lettera all’America”.
Adkins ha poi pubblicato altri video-sequel, tra cui uno in cui suggerisce “tre film da vedere dopo aver letto ‘Una lettera all’America'” e un altro in cui reagisce alla rimozione del testo completo della lettera deciso dal Guardian mercoledì proprio in reazione al nuovo trend.
Tra gli utenti che hanno pubblicato un video di omaggio al documento qaedista c’è anche un’altra ragazza, che ha dichiarato: “Non guarderò mai la vita allo stesso modo, non guarderò mai questo Paese allo stesso modo. Vi prego di leggerlo e, se lo avete letto, fatemi sapere se anche voi state attraversando una crisi esistenziale in questo momento, perché negli ultimi 20 minuti è cambiato l’intero punto di vista sulla vita in cui ho creduto e che ho vissuto”.
Ma non è finita qui. Un altro utente sostiene che dopo aver letto la lettera “mi è apparso evidente che le azioni dell’11 settembre e gli atti commessi contro gli Stati Uniti e il suo popolo erano solo la preparazione del nostro governo per sconfiggere altre nazioni”.
Un portavoce di TikTok ha dichiarato che “i contenuti che promuovono questa lettera violano chiaramente le nostre regole sul sostegno a qualsiasi forma di terrorismo” e ha aggiunto che l’azienda sta “rimuovendo in modo proattivo e aggressivo questi contenuti e indagando su come siano arrivati sulla nostra piattaforma”.
Troppo poco secondo il deputato democratico Josh Gottheimer, secondo cui il filmato mostra “come TikTok, di proprietà cinese, stia spingendo la propaganda pro-terrorismo per influenzare gli americani”. “Queste persone stanno simpatizzando con Osama bin Laden, il terrorista responsabile dell’11 settembre e di migliaia di morti americani”, ha detto Gottheimer, che ha infine chiosato: “TikTok deve essere vietato o venduto a una società americana”.
Anche il senatore Marco Rubio (R-Fla.), un altro sostenitore della messa al bando di TikTok negli Stati Uniti, è intervenuto sulla questione. “Sui social media (in particolare su TikTok) ora va di moda che dopo aver letto la ‘Lettera all’America’ di Bin Laden si capisce che il terrorismo è un metodo legittimo di resistenza contro ‘l’oppressione’ e che l’America meritava di essere attaccata l’11 settembre”, ha detto Rubio.