Il governo dell’isola-stato di Dominica, ex colonia britannica situata nel Mar dei Caraibi, ha annunciato che destinerà circa ottocento chilometri quadrati delle acque che la lambiscono a una riserva marina per la salvaguardia dei capodogli.
Sarà la prima area protetta dedicata a questi grandi mammiferi in via di estinzione, che hanno un ruolo fondamentale nella lotta contro i cambiamenti climatici.
“Vogliamo assicurarci che questi animali maestosi e altamente intelligenti siano al sicuro e continuino a mantenere le nostre acque e il nostro clima sani”, ha dichiarato il primo ministro dell’isola Roosevelt Skerrit.
La costituzione della riserva mira a salvaguardare la popolazione di Physeter macrocephalus che vive in queste acque, composta da una cinquantinaina di famiglie, circa trecento esemplari minacciati dalla pesca incontrollata, dall’inquinamento ambientale, dal traffico marittimo e dal turismo. Dal 2010, la loro popolazione in questa area è diminuita di circa il 3% ogni anno.
I capodogli sono animali misteriosi per l’uomo. Vivono per lo più nelle profondità del mare, tuffandosi a oltre mille metri di profondità in cerca di prede. Sono estremamente intelligenti tanto da riconoscersi in uno specchio e amano spostarsi lentamente mantenendo una velocità di 15 nodi – in questo tratto di mare si possono avvistare lungo le piccole Antille da Saint Vincent fino a Guadalupa . Vivono in clan matriarcali guidati da nonne e madri, e si riproducono ogni 5 o 7 anni con gestazioni che possono arrivare fino a 18 mesi.
L’aspetto più interessante è quello della comunicazione: questi animali riescono a comunicare tramite dei suoni paragonabili a clic, che vengono insegnati ai cuccioli dagli anziani del gruppo. Ogni famiglia di capodogli avrebbe le sue sequenze distintive di clic (nel video qui sotto di Whalezone.tv, una famiglia a San Miguel nelle Azzorre accoglie un nuovo nato).
La nuova riserva dovrebbe portare anche dei benefici all’ambiente; è infatti emerso da alcuni studi che le feci dei capodogli sono ricche di nutrienti. Quando questi giganti del mare riemergono fra un tuffo e l’altro, riposano, respirano e defecano; gli escrementi in superficie, con concentrazioni ferrose 10 milioni di volte superiori a quelle dell’acqua, favoriscono la produzione di fitoplancton che immagazzina l’anidride carbonica. Quando poi il plancton muore, affondando sul fondo dell’oceano, crea un serbatoio di carbonio che mitiga gli effetti del cambiamento climatico.
Nelle acque destinate ai mammiferi saranno introdotte regole severe per il traffico navale, compreso l’uso di corridoi designati, così come per la pesca tradizionale e il turismo che sarà contingentato; sarà inoltre nominato un funzionario per garantire il rispetto delle disposizioni applicate.
A causa della caccia intensiva la popolazione di questi maestosi animali è drasticamente diminuita; attualmente si stima che nel mondo si aggiri attorno alle 300.000 unità. Gli esemplari più giovani venivanouccisi per prelevare dal loro cranio gli spermaceti, una sostanza cerosa semiliquida -che ebbe un grande valore nel XVIII e nel XIX secolo – utilizzata per l’illuminazione prima del sopraggiungere dell’energia elettrica.