L’incontro atteso tra Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping ha messo il sigillo al disgelo tra Cina e Stati Uniti.
I due leader hanno concordato di riprendere, sulla base dell’uguaglianza e del rispetto, la comunicazione ad alto livello tra militari e il dialogo sul coordinamento della politica di difesa e le relative riunioni Cina-Usa, che includono quelle sull’accordo consultivo marittimo militare e sulle condurre conversazioni telefoniche tra comandanti di teatro.
Ma non solo militare è stata l’intesa tra delle due potenze. Washington e Pechino collaboreranno anche nella battaglia sul traffico di fentanyl, lo psicofarmaco che sta provocando migliaia di vittime in entrambi i Paesi e che negli Stati Uniti, nello specifico, è diventato emergenza sociale.
Ciononostante, Biden ha detto di ritenere ancora il suo omologo cinese un “dittatore”, chiarendo tuttavia che la definizione proviene dal fatto che “è un uomo che gestisce un Paese comunista basato su una forma di governo totalmente diversa dalla nostra” – come riferito alla fine della sua conferenza stampa.
Parole che verosimilmente provocheranno più di una reazione piccata a Pechino, che già la scorsa estate aveva reagito furiosamente quando il presidente aveva fatto un commento simile, paragonando Xi a un dittatore nel bel mezzo della querelle sul presunto pallone spia cinese abbattuto sui cieli statunitensi.
La delegazione cinese guidata da Xi è atterrata in California nella tarda serata di martedì, accolto dalla segretaria al Tesoro Janet Yellen, dal governatore della California Gavin Newsom e dall’ambasciatore statunitense in Cina Nicholas Burns.
I primi effetti del vertice erano già arrivati mentre Xi era ancora in volo verso gli USA, quando i due governi hanno annunciato un accordo di cooperazione per limitare un aumento della temperatura di 1,5°C, “anche tagliando in modo significativo le emissioni del settore energetico negli anni 2020, affrontando tutti i gas serra nell’Accordo di Parigi e sostenendo un forte risultato della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite” in programma negli Emirati Arabi Uniti il mese prossimo – ha dichiarato John Kerry, inviato speciale degli Stati Uniti per il cambiamento climatico.
Dalla conferenza di San Francisco gli esperti si attendono progressi su alcune importanti aree di interesse comune tra Stati Uniti e Cina, oltre – e soprattutto – all’impegno condiviso di evitare un’escalation tra le due principali potenze globali, che rimangono nettamente divise su una serie di questioni, su tutte l’indipendenza di Taiwan.

Dopo una breve riconciliazione durante l’ultimo incontro Xi-Biden, avvenuto nel novembre dello scorso anno a Bali durante il G-20, negli ultimi mesi i rapporti tra Pechino e Washington sono infatti decisamente peggiorati. A pesare è stato inizialmente l’abbattimento di un presunto pallone spia cinese sui cieli nordamericani, seguito da dichiarazioni tutt’altro che amichevoli: Xi ha affermato che gli Stati Uniti stanno cercando di controllare e sottomettere la Cina, mentre Biden ha definito Xi un “dittatore”.
Nel corso dell’estate, tuttavia, hanno fatto tappa a Pechino diversi alti funzionari dell’amministrazione dem, tra cui il Segretario di Stato Antony Blinken, la segretaria al Tesoro Janet Yellen e la segretaria al Commercio Gina Raimondo. Ad inizio ottobre è stata poi la volta di una delegazione bipartisan del Congresso guidata dal senatore dem Chuck Schumer
Nell’incontro di mercoledì Biden è “determinato a compiere i passi necessari” per ristabilire i canali di comunicazione militare con Pechino, ha dichiarato un alto funzionario dell’amministrazione. Nell’agosto dello scorso anno la Cina ha difatti azzerato i contatti militari per protestare contro il viaggio dell’allora presidente della Camera Nancy Pelosi a Taiwan. A venire sospesi sono stati nello specifico i colloqui di coordinamento della politica di difesa, che mirano a preservare canali di comunicazione efficienti e a minimizzare i rischi, e l’accordo sulle comunicazioni militari marittime, che consente comunicazioni frequenti tra gli operatori di aerei e navi.
Secondo il South China Morning Post, dall’incontro tra i due presidenti dovrebbero essere poste inoltre le basi per il divieto dell’uso dell’IA in alcuni contesti militari, compresi i programmi di armamento nucleare. Si prevede inoltre che i leader cinesi e statunitensi dichiarino un giro di vite sulla produzione e l’esportazione di fentanil.