Sarebbero già migliaia le persone disposte a fare da volontari per testare la nuova trovata di Elon Musk: un microchip cerebrale creato dalla sua azienda Neuralink.
Il miliardario si sta preparando a lanciare una sperimentazione clinica di sei anni dopo aver ottenuto il via libera a settembre. L’azienda è particolarmente interessata alle persone che soffrono di lesioni del midollo spinale e della malattia del motoneurone ALS.
Il sito web della società scrive: “I microchip hanno il potenziale di cambiare positivamente la vita delle persone. Vogliamo portare questa tecnologia dai nostri laboratori alle case delle persone.”
L’obiettivo iniziale di Neuralink è dare alle persone con quadriplegia – paralisi al di sotto del collo che coinvolge sia braccia che gambe – la “capacità di controllare i loro computer e dispositivi mobili” con il pensiero.
Tuttavia, le ambizioni per la startup tecnologica non si fermano qui. Il chip spera di “ripristinare le capacità” negli individui con altri problemi di salute, compresi problemi di funzione motoria, visione e persino linguaggio. In un articolo scientifico dal titolo “Interfacce cervello-computer in medicina”, Jerry J. Shih, Dean J. Krusienski e Jonathan R. Wolpaw spiegano come questo tipo di tecnologia “acquisisca segnali cerebrali, li analizza e li traduce in comandi che vengono trasmessi a dispositivi di output capaci di eseguire le azioni desiderate. Lo scopo principale è sostituire o ripristinare funzioni utili a persone disabili a causa di disturbi neuromuscolari come la sclerosi laterale amiotrofica, la paralisi cerebrale, l’ictus o le lesioni al midollo spinale”.
Il neuroscienziato Philip Sabes, che ha fondato Neuralink insieme a Musk, ha dichiarato che il chip potrebbe avere anche effetti stimolanti sull’umore e potrebbe essere utilizzato per trattare problemi di salute mentale come la depressione. “Può sembrarvi fantascienza – ha detto durante una conferenza stampa a Londra – ma l’idea che tu possa svegliarti e regolare il tuo umore è qualcosa che dobbiamo tenere in considerazione”.