Sono morti in 4, tutti per suicidio e in un lasso di tempo brevissimo: 24 ore. Il Dipartimento dello Sceriffo della Contea di Los Angeles sta indagando sui decessi di un ex dipendente e tre agenti in carica tra Valencia, Lancaster, Stevenson Ranch e Pomona, in California.
“Siamo sconcertati nell’apprendere di queste morti – ha dichiarato il Los Angeles County Sheriff Robert Luna – tutto il dipartimento è in grande stato di shock. Al momento dobbiamo far fronte alla perdita non solo di uno, ma di quattro amati membri della nostra famiglia. In momenti come questo, è importante che il personale, indipendentemente dal grado o dalla posizione, si preoccupi del benessere degli altri colleghi e dei loro amici”.
In queste ore, il Dipartimento dello Sceriffo della Contea di Los Angeles è sotto attento scrutinio da parte delle autorità locali e federali dopo aver subito accuse di uso eccessivo della forza e altri comportamenti scorretti.
Secondo il Los Angeles Times, uno degli ultimi che si è tolto la vita era un comandante con alle spalle oltre 25 anni di carriera. Un altro, ormai pensionato, aveva lavorato come sergente, mentre un terzo era in servizio in una prigione come assistente di custodia. Sulla quarta vittima non si ha al momento alcuna informazione.
Nicole Nishida, portavoce del dipartimento dello sceriffo, ha dichiarato al Times che il dipartimenti, nel corso dell’anno, ha già affrontato tra le sue fila altri quattro casi di suicidio.
Quest’anno, a livello federale, sono invece più di 80 gli agenti tra forze dell’ordine e personale penitenziario che hanno messo fine ai loro giorni volontariamente. A mettere insieme i dati è stata H.E.L.P, un’organizzazione no-profit con sede nel Massachusetts che tramite Joe Willis, chief learning officer, ha definito il suicidio una “minaccia costante” per la professione. “I soccorritori – ha dichiarato a USA Today – sono esposti a un tasso anormalmente elevato di traumi e di conseguenza sono a maggior rischio di problemi di salute mentale”.
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