Dalla California alla Florida, fino allo Stato di New York, dopo l’escalation del conflitto nella striscia di Gaza gli ebrei americani che si sentono in pericolo si sono rivolti ai poligoni per addestrarsi o comprare armi da fuoco per proteggere se stessi e le loro famiglie. Lo ha scoperto la CNN,conducendo un’indagine rivolta a istruttori, operatori e comunità ebraiche.
C’è chi racconta che ha dovuto assumere nuovi dipendenti per stare dietro alle richieste, fra mail, chiamate e lezioni. C’è anche chi riferisce che ogni settimana almeno una decina di ebrei si recano al poligono per provare e prendere confidenza con le armi. Ma non è possibile arrivare a dati certi, se non attraverso interviste dirette con gli operatori, perché, come scrive la CNN, il governo statunitense non ha statistiche ufficiali sul possesso delle armi. Le ricerche del settore, condotte per esempio dalla National Shooting Sports Foundation o del Pew Research Center, non includono la religione. Se le famiglie ebree americane in possesso di armi da fuoco aumentassero, a livello politico rappresenterebbe un cambiamento notevole considerando la posizione storicamente contraria della comunità ebraica, da sempre liberale e democratica.
Per molti ebrei, il 7 ottobre è stato rinominato “Black Shabbat”, “Sabato Nero”, per la violenza degli attacchi inaspettati di Hamas. Da allora l’antisemitismo nel mondo, ma soprattutto negli Stati Uniti (uno dei Paesi con la percentuale più alta di ebrei), è aumentato. Una settimana fa, il direttore dell’FBI Christopher Wray aveva comunicato che l’antisemitismo negli Stati Uniti aveva raggiunto “livelli storici”.
La Anti-Defamation League, che si occupa di abbattere l’antisemitismo, ha registrato almeno 312 incidenti contro gli ebrei negli Stati Uniti fra il 7 e il 23 ottobre, di cui 190 sono riconducibili alla guerra nella Striscia di Gaza. La Secure Community Network, che coordina la sicurezza delle comunità ebraiche, ne ha riportati 614, di cui 94 sono avvenuti nell’ambito delle università americane.