Una carovana di svariate centinaia di migranti è partita domenica da Tapachula, nel sud del Messico, diretta verso il confine meridionale degli Stati Uniti. A riportarlo è la Reuters, mostrando prove fotografiche.
L’obiettivo del gruppo sembrerebbe essere quello di unirsi alla schiera assai più grande che, partita all’inizio della scorsa settimana, si è fermata a circa 40 km a nord della città di Huixtla. Quest’ultima è composta da migliaia di migranti: l’amministrazione dello Stato meridionale del Chiapas li stimava in 3.500 persone, mentre gli organizzatori sostengono che il numero sia gradualmente lievitato fino a circa 7.000 individui.
Secondo un testimone, gran parte di loro – provenienti soprattutto da Honduras e Venezuela, ma anche da Cuba, El Salvador, Guatemala, e Haiti e – fugge da instabilità politica, alta criminalità e povertà dei loro Paesi d’origine.
“Penso che 3-4 mesi siano troppi per aspettare di ottenere un visto umanitario, per poter viaggiare attraverso il territorio messicano”, ha detto Selma Alvarez, che viene dal Venezuela. “Poiché siamo alla mercé dei coyote, dei criminali, è bene che ci accompagniamo a vicenda nella carovana, mi sembra più sicuro”.
Secondo la donna, la stragrande maggioranza dei partecipanti alla carovana ha già preso appuntamento (legalmente) tramite l’app CBP One – impiegata dalle autorità di frontiera statunitensi per regolare l’afflusso di richiedenti asilo.
Nell’ultimo anno sono più di 2,8 milioni i migranti arrivati al confine meridionale USA, rispetto agli oltre 2,7 milioni del 2022, secondo le ultime statistiche della Customs and Border Protection (CBP) ferme ad agosto.
L’emergenza migratoria è fonte di notevole frustrazione da parte degli elettori statunitensi (che l’anno prossimo sono chiamati alle urne), molti dei quali chiedono maggiore incisività da parte dell’amministrazione Biden e delle autorità locali.