Almeno 53 persone sarebbero morte e molte altre sono rimaste ferite in seguito a violenti attacchi aerei israeliani contro due campi profughi nella Striscia di Gaza, secondo quanto riportato dal ministero della Sanità (che fa capo ad Hamas).
I raid dei caccia palestinesi avrebbero inoltre provocato, per la terza volta dall’inizio del conflitto, una interruzione pressoché completa delle comunicazioni telefoniche a Gaza. Secondo Paltel, che gestisce le telecomunicazioni nella Striscia, tutti i servizi di internet e di telefonia erano fuori uso domenica sera nell’enclave assediata.
“Abbiamo perso le comunicazioni con la maggior parte dei membri del team UNRWA”, ha dichiarato all’Associated Press Juliette Touma, portavoce dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. La prima interruzione di Gaza era durata 36 ore e la seconda poche ore.
Nonostante gli appelli a tregue umanitarie e cessate il fuoco per salvaguardare la popolazione civile, Israele sta continuando senza sosta a bombardare Gaza, sostenendo che l’obiettivo è quello di colpire Hamas e che il gruppo islamista starebbe usando la popolazione come scudo umano.
Nella notte tra sabato e domenica i bombardamenti hanno colpito il campo profughi di Maghazi, nel centro di Gaza, uccidendo almeno 40 persone e ferendone altre 34, secondo il ministero della Sanità. Il campo si trova nella zona di evacuazione in cui l’esercito israeliano ha esortato i civili palestinesi a rifugiarsi mentre concentra la sua offensiva militare a nord.
Un altro attacco aereo ha invece colpito una casa vicino a una scuola nel campo profughi di Bureji, il quale ospita circa 46.000 persone ed era stato già colpito giovedì. Il personale dell’ospedale Al-Aqsa ha dichiarato che almeno 13 persone sono state uccise.