Il figlio maggiore di Donald Trump, Don Jr., ha cominciato nel pomeriggio la sua testimonianza nel caso di frode civile che si sta celebrando a New York contro la famiglia e la loro azienda, la Trump Organization. Il figlio dell’ex presidente ha risposto alle domande dei pubblici ministeri sul suo coinvolgimento nei documenti finanziari che sono al centro della vicenda nella quale la società di Trump rischia una penale di 250 milioni di dollari e la liquidazione delle aziende. L’interrogatorio è cominciato nel tardo pomeriggio e proseguirà domani mattina.
Donald Jr. e suo fratello Eric sono accusati di aver consapevolmente partecipato al piano per gonfiare il patrimonio netto del padre per ottenere vantaggi finanziari come migliori condizioni di prestito e assicurazioni sui prestiti meno costose.
Sebbene il caso sia civile – e non penale – minaccia gli affari di Donald Trump a New York. Il direttore finanziario Allen Weisselberg, che ha patteggiato una pena detentiva ridotta per aver evaso le tasse, è accusato di aver manipolato i documenti per assecondare le direttive che gli venivano date da Donald Trump.
Donald Trump Jr. before taking the stand today in the NY civil fraud trial:
“I should’ve worn makeup.” pic.twitter.com/aZTMOsQA4l
— Republican Accountability (@AccountableGOP) November 1, 2023
Prima di Donald Jr., aveva reso una lunga e dettagliata testimonianza Michiel McCarty, un perito bancario che ha raccontato come la Trump Organization presentando i bilanci con i valori maggiorati delle proprietà abbia impropriamente ottenuto riduzioni sulle tariffe bancarie e assicurative per più di 168 milioni di dollari.
Donald Jr. si è descritto come un agente immobiliare autorizzato che presta servizio insieme ai fratelli Eric e Ivanka come dirigenti della Trump International Realty, una delle società della Trump Organization. Quando il pubblico ministero gli ha chiesto se avesse familiarità con l’acronimo “GAAP” o “Principi contabili generalmente accettati”, ha risposto: “Capisco cosa significa ma in azienda abbiamo i contabili… mi affido alle loro opinioni per le valutazioni”. Poi il figlio dell’ex presidente ha detto che il suo titolo ufficiale presso la Trump Organization è quello di vicepresidente esecutivo. Ha detto che suo padre non era coinvolto nel processo decisionale dell’azienda durante la sua presidenza, ma ha detto che “certamente, ha preso alcune decisioni” dal 2021, quando ha lasciato la Casa Bianca.
Anche se Trump Jr. ha affermato di avere una profonda conoscenza dei progetti societari, ha ammesso di averne poca di un momento chiave della storia dell’azienda quando Allen Weisselberg, che per quasi mezzo secolo è stato il direttore finanziario della holding, venne allontanato perché era stato incriminato per frode fiscale nel 2021.
Weisselberg, il braccio destro di Fred Trump, il padre dell’ex presidente, ha testimoniato in precedenza nel processo che lui e la società avevano concordato una liquidazione di 2 milioni di dollari poco prima che finisse in prigione.

Ora Donald Trump Jr. è diventato l’unico amministratore fiduciario dei beni di suo padre. Durante l’interrogatorio il pubblico ministero ha mostrato documenti che mostravano che aveva ceduto il controllo a suo padre il 20 gennaio 2021, il giorno in cui Trump ha lasciato la Casa Bianca per poi ridarglielo meno di cinque mesi dopo, il 7 giugno. Oggi non è stata fornita alcuna spiegazione per questo cambiamento. Tornerà domani per continuare l’interrogatorio.
Le pendenze giudiziarie dell’ex presidente Donald Trump si complicano e si moltiplicano. Tra i processi civili e quelli penali si sono inserite, sgomitando, le richieste in tribunale presentate in tre stati dell’Unione, Colorado, Minnesota e Michigan, che, invocando il terzo paragrafo del 14mo emendamento della Costituzione, chiedono di impedire all’ex presidente di candidarsi alla Casa Bianca.
Tutto questo mentre i figli sono sul banco dei testimoni dove lui stesso dovrà comparire la settimana prossima. In Georgia tre dei suoi avvocati hanno patteggiato il verdetto di colpevolezza nel procedimento giudiziario in cui è incriminato, insieme ad altre 18 persone, per aver cercato di ribaltare i risultati elettorali nello Stato. In Florida, dove è stato rinviato a giudizio per aver portato via dalla Casa Bianca documenti top secret che poi ha anche cercato di nascondere nella sua residenza di Mar A Lago, è in corso una analisi del materiale sequestrato in un’aula bunker dove sono ammessi solo il magistrato, gli avvocati e pubblici ministeri. A Washington, dove si celebrerà il processo per il suo ruolo nel tentativo insurrezionale del 6 gennaio, il suo ex capo di gabinetto, Mark Meadows, ha ottenuto dallo Special Counsel Jack Smith l’immunità per testimoniare sotto giuramento. E a New York, infine, c’è anche il processo penale per aver usato i soldi della sua società per pagare il silenzio di due donne che, alla vigilia delle elezioni del 2016, minacciavano di raccontare i particolari delle loro relazioni. Confessioni compensate con centinaia di migliaia di dollari in un momento in cui le loro rivelazioni avrebbero potuto pregiudicare il risultato elettorale e per questo gli inquirenti hanno considerato i pagamenti come un contributo elettorale non dichiarato.
Vicende giudiziarie esplose dopo che l’ex presidente ha lasciato in malo modo la Casa Bianca e per le quali accusa l’attuale presidente Joe Biden di averle orchestrate e di usare il Dipartimento della Giustizia come arma politica contro di lui.
E prima che il figlio Don Jr. entrasse nel tribunale di Manhattan, un furioso Donald Trump se l’è presa con il magistrato di New York Arthur Engoron. “Lasciate in pace i miei figli”, ha scritto sul suo sito Truth, per poi accusare gli altri giudici, quelli che stanno esaminando le richieste di rimuoverlo dai ballottaggi delle primarie. “Gli Stati Uniti stanno diventando una dittatura” – ha scritto l’ex presidente – se le richieste per eliminarlo con il 14° emendamento dovessero avere successo. Per poi dare l’acuto ai suoi sostenitori Maga: “È in corso un grande processo per cercare di rimuovere illegalmente il mio nome dalle schede elettorali”.