Anche l’Egitto ha condannato il bombardamento israeliano sul campo profughi di Jabalia, il più grande degli otto campi di rifugiati della Striscia di Gaza. Le immagini di distruzione trasmesse dalle tv sono spaventose e mostrano un cratere profondo provocato, secondo Hamas, da sei bombe di fabbricazione Usa che hanno raso al suolo vari edifici.Il bilancio è incerto; almeno una cinquantina di morti ma sarebbero centinaia secondo Hamas fra cui moltissimi bambini, affluiti all’ospedale indonesiano della vicina Beit Lahia.
L’esercito israeliano ha confermato l’attacco e sostenuto di aver colpito la sede del comando locale di Hamas, uccidendo il capo del Battaglione Jabalia Ibrahim Biari, uno dei responsabili dell’attacco ai kibbutz del 7 ottobre. I militari hanno riferito che i miliziani si erano insediati negli edifici civili del campo profughi e che nel raid è stata distrutta “l’infrastruttura terroristica sotterranea”, ovvero i tunnel che correvano sotto i palazzi: “Un gran numero di terroristi che erano insieme a Biari sono stati uccisi”, ha annunciato l’esercito.
Intervistato da CNN, alla domanda se l’esercito israeliano sapesse che c’erano civili nella zona bombardata, il portavoce colonnello Richard Hecht ha detto che Israele ha cercato di limitare le vittime civili in una operazione complessa: “Questa è la tragedia della guerra (…) Lo diciamo da giorni: “andate a sud, i civili che non sono coinvolti con Hamas per favore vadano a sud”.
L’associazione Medici Senza Frontiere in un comunicato si dice “inorridita dalle notizie che giungono dal campo di Jabaliya a Gaza dove un numero elevato di persone sarebbe stato ucciso da un attacco israeliano. Dopo l’attacco, molti feriti sono arrivati all’ospedale di Al Shifa, dove i team di MSF stanno contribuendo a fornire cure mediche d’emergenza.
“Alcuni bambini sono arrivati in ospedale con ferite profonde e gravi ustioni. Sono arrivati senza le loro famiglie. Molti gridavano e chiedevano dei loro genitori. Sono rimasto con loro finché non abbiamo trovato un posto, perché l’ospedale era pieno di pazienti” dichiara Mohammed Hawajreh, infermiere di MSF”.
L’Onu continua a denunciare come Gaza sia diventata “un cimitero di bambini”; lo ha detto ieri il portavoce dell’Unicef, l’organizzazione Onu per l’infanzia, James Elder intervenuto in videocollegamento nel corso di una conferenza stampa a Ginevra.
Una polemica a parte si è sviluppata all’interno dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati: Craig Mokhiber, direttore dell’ufficio di New York, ha dato le dimissioni per protestare contro la gestione dell’organizzazione di quello che definisce “un caso da manuale di genocidio”.
Intanto Filippo Grandi, l’Alto commissario Onu per i rifugiati, parlando davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Uniteha chiesto che “si ponga fine alla spirale della morte”.
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che si trova in Nepal, ha ribadito la richiesta di un immediato cessato il fuoco e del rispetto delle leggi internazionali: “Condanno l’uccisione di civili a Gaza e sono sgomento dalle notizie che i due terzi delle vittime sono donne e bambini”.
Dal 7 ottobre, giorno dell’efferato assalto di Hamas a Israele che ha ucciso oltre 1400 persone, i bombardamenti israeliani sulla Striscia hanno ucciso almeno 8.500 persone fra cui oltre 3.500 bambini: sono le cifre del ministero della Salute di Hamas, pubblicate però prima del bombardamento su Jabaliya.