E’ finalmente uscito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo “Killers of the Flower Moon”, l’ultimo film firmato dal regista Premio Oscar Martin Scorsese.
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In questo primo weekend, il lungometraggio ha già incassato ventitré milioni di dollari negli Stati Uniti e ventuno all’estero. La pellicola, che ha ricevuto il 92% di gradimento su Rotten Tomatoes, si candida ad essere protagonista anche alla prossima notte degli Oscar. E, d’altronde, non potrebbe essere altrimenti, considerato anche il cast stellare messo su dal maestro newyorkese. A dividersi la scena, infatti, troviamo due mostri sacri del mondo del cinema: l’immancabile e fenomenale Robert De Niro, da ormai cinquant’anni al fianco di Scorsese, ed il sempre impeccabile ed estroso Leonardo Di Caprio.
Parliamo di due dei più grandi totem di Hollywood, protagonisti di un thriller-western ambientato in Oklahoma, alla fine degli anni Venti. In quel periodo, infatti, alcuni membri della tribù di nativi americani Osage vennero misteriosamente assassinati, dopo la scoperta di ricchi giacimenti di petrolio nelle loro terre. Nel 1923, dunque, l’FBI decise di aprire un’indagine. Il film di Scorsese, basato sull’omonimo libro di David Grann, parte dunque da questo incipit, per poi affrontare diverse tematiche, in particolar modo quella dell’identità culturale, ricostruendo naturalmente i violenti crimini commessi contro la popolazione Osage.

Anche se, con ogni probabilità, la pellicola farà parlare di sé nei prossimi mesi e negli anni a venire, occorre specificare che per il regista newyorkese non è stato affatto semplice girare l’ennesimo blockbuster di una carriera per certi versi irripetibile. Stando a quanto riferito dallo stesso Scorsese, infatti, far coesistere sullo stesso set la grandezza e l’estro di Di Caprio e De Niro è stata un’impresa durissima. Durante le riprese del lungometraggio, il rapporto tra i due premi Oscar è stato tutt’altro che idilliaco. Sembrerebbe, infatti, che le manie di perfezione di Leo abbiano in più occasioni mandato su tutte le furie i buon Bob, stufo di dover ripetere le stesse scena svariate volte.

“È stata una cosa senza fine”, ha dichiarato successivamente lo stesso Scorsese al Wall Street Journal, “Dopo un po’ di tempo De Niro non voleva nemmeno più parlare. Io e Bob ci siamo guardati spesso, alzando gli occhi al cielo”. E pensare che, stando ai rumors degli utlimi mesi, sarebbe stato proprio l’attore ottantenne a convincere il regista a coinvolgere nel suo ultimo progetto cinematografico il fenomenale Di Caprio, che aveva già lavorato con il maestro newyorkese in capolavori del calibro di “Shutter Island” o “The Wolf of Wall Street”. Inizialmente, il quarantottenne era stato scelto per interpretare Tom White, il “buono” del racconto. E’ stato poi lo stesso Di Caprio a convincere Scorsese ad affidargli il ruolo dell’antagonista Ernest Burkhart, un reduce della Prima guerra mondiale.