L’amministrazione Biden ha rimpatriato il primo centinaio di migranti venezuelani arrivati illegalmente negli Stati Uniti – in una misura concepita per far fronte all’impennata di richiedenti asilo provenienti dal confine meridionale.
Meno di due settimane dopo l’accordo storico tra Washington e l’esecutivo socialista di Caracas – che consente alle autorità frontaliere USA di rispedire in Venezuela i connazionali clandestini dopo anni in cui l’inimicizia politica tra i due Paesi l’aveva reso impraticabile – un aereo Boeing 737 noleggiato dall’Immigration and Customs Enforcement (ICE) con a bordo circa 130 migranti è partito mercoledì dalla città di confine texana di Harlingen, facendo tappa a Miami prima di atterrare definitivamente a Caracas.
L’amministrazione Biden, che ha dichiarato di voler operare “molteplici” voli di espulsione verso il Venezuela ogni settimana, ha contestualmente annunciato un alleggerimento delle sanzioni su petrolio, gas ed estrazione dell’oro nel Paese bolivariano. Una nuova licenza generale rilasciata dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha autorizzato il Venezuela, sottoposto a pesanti sanzioni dal 2019, a produrre ed esportare petrolio verso alcuni mercati prescelti per i prossimi sei mesi senza limitazioni – in cambio della promessa di elezioni libere e del rilascio di prigionieri politici e cittadini americani “ingiustamente detenuti”.
“Sono lieto che oggi, in conformità con gli accordi discussi e firmati tra le autorità venezuelane e il governo degli Stati Uniti, sia tornato il primo gruppo di venezuelani rimpatriati”, ha dichiarato il presidente Nicolás Maduro nel corso di un intervento televisivo.

Corey Price, direttore dell’Ufficio Immigrazione e Dogana degli Stati Uniti, ha specificato che le persone con priorità di rimpatrio comprendono i clandestini arrivati di recente che quelli che hanno commesso crimini negli Stati Uniti.
La Casa Bianca spera che la minaccia di venire deportati scoraggi i venezuelani dal tentare di entrare illegalmente nel Paese, spronandoli invece a utilizzare il sistema di appuntamenti online per presentare richieste di asilo o perseguire altre opzioni legali – che ha già consentito a più di 61.000 individui di ottenere un permesso di soggiorno.