Il presidente russo Vladimir Putin è arrivato nelle scorse ore in Cina per la sua seconda missione internazionale (la prima è stata in Kirghizistan) dopo il mandato d’arresto emesso nei suoi confronti dalla Corte penale internazionale per presunti crimini di guerra.
Nella giornata di mercoledì Putin vedrà il suo omologo cinese Xi Jinping, incontrato più di 40 volte negli ultimi dieci anni. In seguito, il leader di Mosca parteciperà quale ospite d’onore al terzo forum sulla Belt and Road Initiative (le “Vie della seta”) in programma oggi e domani a Pechino – secondo quanto riporta CCTV.
In un’intervista rilasciata all’emittente statale cinese CGTN in vista della sua visita di questa settimana, Putin ha affermato che “un mondo multipolare sta prendendo forma, e i concetti e le iniziative proposte dal Presidente Xi Jinping sono altamente rilevanti e significativi”, ha riferito la CGTN.
Il Cremlino riferisce il vertice tra Putin e Xi avrà lo scopo di rafforzare i legami bilaterali e un’amicizia personale “senza limiti”, nonostante l’invasione in Ucraina abbia reso Mosca uno Stato-paria della comunità internazionale. Durante i colloqui “sarà prestata particolare attenzione alle questioni internazionali e regionali”, ha riferito una nota. Gli osservatori si aspettano poche sorprese dalla visita del leader russo in Cina, considerando l’incontro con Xi piuttosto come un gesto simbolico di sostegno di Pechino a Mosca: interessanti, tuttavia, saranno i segnali sulla stretta dipendenza russa economica e diplomatica verso il Dragone.
Oltre alla guerra contro l’Ucraina, tra i dossier nell’agenda dei due leader c’è anche il conflitto tra Israele e Hamas, su cui Putin punta a rompere l’isolamento internazionale proponendosi come mediatore, visti i rapporti vantati con i leader del mondo islamico. La Cina, come la Russia, ha un rapporto stretto con l’Iran, dove la leadership clericale sostiene sia Hamas sia Hezbollah, il gruppo militante libanese che potrebbe aprire un secondo fronte contro Israele. Quest’anno Pechino ha mediato un’intesa tra gli ex nemici regionali Iran e Arabia Saudita, tornati ad avere relazioni normali dopo un decennio di aspre tensioni.
La Cina non fa parte dei 123 Paesi membri della Corte penale internazionale, e perciò non è legalmente obbligata a trasferire Putin all’Aia per il processo.