Dopo l’attacco efferato di Hamas a Israele, molti ex studenti e finanziatori ebrei delle grandi università americane hanno aumentato la pressione sui vertici degli atenei perché si schierino apertamente a fianco dello Stato ebraico.
Idan Ofer, un miliardario israeliano e sua moglie Batia, si sono dimessi dai loro incarichi nel consiglio di amministrazione dell’Università di Harvard. Motivo, la “mancanza di dimostrazioni chiare di sostegno, da parte della leadership dell’ateneo, per il popolo di Israele”. Hanno infatti dichiarato che la loro fiducia era stata infranta e che non sarebbero stati in grado di continuare a sostenere i comitati. Ofer, principale azionista di Quantum Pacific Group, è uno fra gli israeliani più facoltosi; il suo patrimonio netto, secondo Bloomberg Billionaires Index, risulta essere di 20 miliardi
di dollari.
Harvard anche nei giorni scorsi si era trovata a dover contrastare alcune polemiche, legate al suo presunto “silenzio”, dopo che oltre 30 gruppi studenteschi avevano rilasciato un comunicato incolpando esclusivamente Israele per quanto accaduto in Medio Oriente. La rettrice Claudine Gay, entrata in carica a luglio, in un videomessaggio intitolato “Le nostre scelte”, aveva respinto fermamente le accuse, e in un passaggio in particolare, in cui sottolinea “molestie o intimidazioni di individui in base alle loro convinzioni” pare rivolgersi a Bill Ackman. L’ex studente e investitore aveva infatti chiesto alla scuola una lista con i nomi degli allievi “dissidenti” che avevano sostenuto accusato Israele, in modo da “evitare involontariamente di assumerli, in futuro, nelle sue società”.
A seguito di questo episodio, alcuni studenti hanno preso le distanze dal comunicato, dichiarando di non aver letto il contenuto prima che le organizzazioni lo divulgassero.
Nonostante nei campus universitari di tutti gli Stati Uniti si stiano organizzando veglie e fiaccolate per ricordare i morti israeliani (che soltanto nell’attacco di sabato scorso sono stati oltre 1200) divampano polemiche, contestazioni e contro-proteste.
La Pennsylvania University ha respinto le accuse di antisemitismo rivolte dal finanziatore Marc Rown, amministratore delegato di Apollo Global Management Inc. che chiedeva le dimissioni della rettrice Liz Magill e dell’ad Scott L. Bok. Rown ha donato oltre 50 milioni di dollari all’ateneo, ma ora chiede ad altri finanziatori di tagliare i fondi.
Mentre la professoressa Zareena Grewal di Yale, che aveva espresso la sua solidarietà al popolo palestinese, dichiarandosi indignata nei confronti di Israele, tanto da definirlo lo “Stato omicida”, è stata oggetto di richiamo; nel giro di poche ore un appello per il suo esonero ha raccolto 44 mila firme. L’appello chiedeva l’immediata interruzione del rapporto di lavoro, poiché l’insegnante avrebbe dimostrato di “equiparare i crimini di guerra ad atti di resistenza civile”.