Un Pulitzer, un National Book Award, fino al Nobel per la letteratura nel 2020, Louise Glück era una delle poetesse e saggiste americane contemporanee più acclamate con una dozzine di raccolte di poesie e diversi testi pubblicati. È morta di cancro nella notte nella sua casa di Cambridge, in Massachusetts. Aveva 80 anni. Lo ha confermato Jonathan Galassi, che ha curato le sue opere negli Stati Uniti per la casa editrice Farrar, Straus&Giroux.
Glück era conosciuta per il suo stile puro e delicato di esplorare tematiche quali la famiglia e l’infanzia nei suoi lavori. Nel 1993, la sua raccolta di poesie The Wild Iris ha vinto il Premio Pulitzer e nel 2003 è stata nominata come “Poet Laureate of the United States”, con il compito di scrivere poemi per occasioni ufficiali. Nel 2015, ha ricevuto da Barack Obama la National Humanities Medal per i “decenni di liriche potenti che sfidano ogni tentativo di etichettarle in modo definitivo”. Fino al Premio Nobel per la letteratura nel 2020.
È stata la sedicesima donna a vincere il prestigioso riconoscimento e la prima poetessa americana dopo TS Eliot nel 1948. L’ultimo americano a essere stato premiato era stato Bob Dylan nel 2016, che lo aveva rifiutato.
Si dice che quando la chiamarono da Stoccolma, la prima risposta di Glück sia stata “Finalmente potrò comprarmi una casa in Vermont”. Nata a New York, si era innamorata del “Green Mountain State” quando aveva cominciato a insegnare al Goddard College, ed era riuscita a superare un lungo blocco dello scrittore che si concluse con la produzione e pubblicazione di The House on Marshaland (1975). Divideva la sua vita fra Montpellier, Yale, dove insegnava, Cambridge e Stanford, dove era stata chiamata lo scorso anno per una cattedra in scrittura creativa.