La Columbia University ha chiuso al pubblico l’accesso al campus di Morningside Heights per “mantenere la sicurezza e il senso di comunità in vista delle manifestazioni in programma”, cioè per evitare che esterni venissero coinvolti nelle proteste organizzate da Students for Justice in Palestine e Students Supporting Israel, dopo che nei giorni scorsi uno studente israeliano era stato aggredito. Ma da poco meno di una settimana, molti newyorkesi sono scesi in strada per difendere i diritti dell’uno o dell’altro. Fra gli universitari, anche quelli di Hunter College, CUNY e Brooklyn College.
Columbia University right now. Opposing (and peaceful) protests on either side of the campus lawn. pic.twitter.com/RL994WaPfW
— Bill Grueskin (@BGrueskin) October 12, 2023
Dopo che Hamas ha attaccato Israele, molte persone hanno cominciato a manifestare per le strade di New York. Si tratta perlopiù di proteste pacifiche, come quella di mercoledì sera a Washington Square Park dove una processione si è riunita per commemorare tutte le vittime senza schieramenti e per denunciare la guerra. Ma è molto facile che scoppi la scintilla.
Durante un’altra protesta contro i bombardamenti di Tel Aviv su Gaza, organizzata fuori dal Brooklyn College, nel cuore di Midwood, diversi passanti hanno cominciato a insultare chi partecipava urlando: “Terroristi!”. Sempre a Brooklyn, sono state riportate due aggressioni mercoledì sera. La prima vicino a Navy Yard ha visto coinvolti quattro uomini che stavano sventolando una bandiera palestinese: sono stati investiti da un uomo, “vestito con abiti tradizionali ebrei”, e poi uno di loro è stato picchiato. Nella seconda, invece, tre ventenni sono stati aggrediti perché continuavano a urlare slogan filoisraeliani. Il Dipartimento di Polizia di New York ha rassicurato i cittadini rinforzando i controllo soprattutto nelle zona intorno a sinagoghe e moschee.