Se pochi giorni fa gli sceneggiatori di WGA hanno firmato un contratto triennale mettendo un punto allo sciopero durato cinque mesi, non si può dire lo stesso per gli attori e le attrici di SAG-AFTRA. I negoziati con gli studio hollywoodiani si sono interrotti nella notte, senza trovare una fine.
L’esecutivo degli AMPTP (acronimo di Alliance Motion Picture and Television Producers, che corrisponde a Netflix, Warner Bros. Discovery, Disney, NBC Universal Studio Group) ha dichiarato con un comunicato stampa che “è chiaro che il divario con SAG-AFTRA è troppo grande” e che la loro proposta potrebbe arrivare a costare 800 milioni dollari all’anno in più e quindi creare un “onere economico insostenibile”. Dall’altra parte, SAG-AFTRA – che rappresenta circa 160 mila iscritti – ha risposto che gli studio hanno sovrastimato le spese del 60%.
Tre mesi fa gli attori si sono uniti alle proteste degli sceneggiatori, piantandosi davanti agli uffici e chiedendo un aumento degli stipendi, soprattutto quando i contenuti hanno successo sulle piattaforme di streaming, e più tutela nell’uso dell’Intelligenza Artificiale. Ma dal 14 luglio, solo la scorsa settimana gli studio hanno accettato di incontrarsi, dopo che gli sceneggiatori sono tornati al lavoro.
La produzione di alcuni programmi è quindi ricominciata, ma altri sono ancora fermi, aggravando il ritardo. La combinazione dei due scioperi, infatti, ha avuto un impatto negativo sull’intera industria del cinema che sta costando alla California più di 5 miliardi di dollari e oltre 45 mila posti di lavoro.