Un drone turco sarebbe stato abbattuto da un caccia F-16 statunitense nel nord-est della Siria, dove sono stanziati 900 uomini delle operazioni speciali americane.
A riportarlo è il Wall Street Journal, secondo cui il velivolo di tipo UAV sarebbe stato neutralizzato in quanto giudicato un pericolo per le forze di Washington operanti nell’area al fianco delle Forze Democratiche Siriane (SDF).
Fonti del Ministero della Difesa turco hanno tuttavia smentito le indiscrezioni, sostenendo che nessun drone appartenente all’esercito di Ankara sia stato neutralizzato nella regione.
La notizia arriva dopo intensi raid turchi contro infrastrutture economiche chiave, tra cui impianti petroliferi e centrali elettriche, nel nord-est siriano controllato dai curdi. Decine di droni turchi hanno attaccato anche nelle campagne vicine, uccidendo almeno due persone, secondo quanto riferito da fonti locali a Kobani, la città curda duramente riconquistata dall’ISIS.
Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha dichiarato mercoledì che le strutture e le infrastrutture dei militanti curdi in Siria e in Iraq sono “obiettivi legittimi” dopo l’attacco suicida compiuto domenica mattina dai militanti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) nei pressi della Direzione della Sicurezza turca ad Ankara, che ha ferito due agenti di polizia.
“Il PKK e l’YPG sono la stessa organizzazione terroristica e sono il nostro obiettivo legittimo ovunque. La Turchia ha condotto operazioni quando e dove necessario in passato, e queste operazioni proseguiranno se necessario”, ha dichiarato un funzionario del ministero della Difesa.
La Turchia aveva precedentemente avvertito le forze di Paesi terzi di stare alla larga dalle strutture controllate dal PKK e dall’YPG. “Chiediamo a tutte le parti, in particolare ai Paesi amici e alleati, di stare alla larga da questi terroristi. Questo è solo un promemoria. Spetta a loro prendere le necessarie precauzioni”, ha aggiunto il funzionario, senza fare il nome di alcun Paese.
L’YPG è uno dei principali alleati della coalizione guidata dagli Stati Uniti contro lo Stato Islamico in Siria e Iraq. Proprio il sostegno all’YPG da parte degli Stati Uniti e di altri alleati, tra cui la Francia, ha in passato messo a dura prova i legami con Ankara – che è membro della NATO.