Anche Firenze si muove contro gli affitti brevi e Airbnb, sia pure con provvedimenti meno drastici di quelli presi a New York. Il Consiglio comunale fiorentino ha approvato una delibera sugli affitti turistici che blocca le nuove registrazioni nell’area Unesco del centro storico, e permette di non pagare l’Imu sulla seconda casa per tre anni a chi sceglie di rinunciare alle locazioni brevi per tornare a quelle ordinarie.
La manovra riguarda tutta la zona compresa nel perimetro delle antiche mura arnolfiane e prima che entri in vigore a tutti gli effetti ci sono 30 giorni di osservazione.
“Nel 2016 avevamo poco meno di sei mila appartamenti inseriti su Airbnb, – ha dichiarato il sindaco Dario Nardella. – Oggi ne abbiamo quasi 14.378”. Questo considerevole aumento (“il 42 per cento in più rispetto a sette anni fa”) ha inciso drasticamente sul mercato immobiliare. “Significa pagare, per una singola stanza, almeno 500 euro al mese” – ha continuato Nardella. E ha concluso: “I 40 mila fiorentini che abitano in centro non si lamentano della ZTL, ma di essersi trovati d’un tratto a vivere in condomini-alberghi”.

Questa delibera, che spacca in due la maggioranza con i voti a favore di Pd e Lista Nardella, ma quelli contro di Italia Viva, dovrebbe collocarsi all’interno di un disegno di legge più ampio, già nelle bozze proposte dalla ministra del Turismo Daniela Santanché, per mettere un punto all’espansione senza freni degli affitti brevi per turisti che in questi ultimi anni hanno colonizzato le città italiane più visitate.
Nardella però ha denunciato le misure del governo come “deludenti e inadeguate” per far fronte alla vera e propria emergenza del settore. Sicuramente i provvedimenti fiorentini sono meno incisivi rispetto a quelli presi a New York, dove da inizio settembre, i proprietari che vogliono mettere in affitto per un breve periodo il proprio appartamento dovranno registrarlo in comune, vivere nell’abitazione che viene affittata ed essere presenti durante il soggiorno degli ospiti.