Daniel Lurie, rampollo di casa Levi Strauss e fondatore dell’ONG antipovertà Tipping Point Community, ha annunciato martedì che sfiderà il sindaco di San Francisco London Breed alle elezioni comunali del prossimo anno.
In un’intervista pubblicata martedì da Politico, Lurie ha dichiarato che scenderà in campo con il Partito Democratico per dare risposte a una città “in crisi” che chiede una nuova leadership.
“Siamo in crisi e stiamo soffrendo”, ha dichiarato. “Abbiamo bisogno di persone che lavorino insieme e l’unico modo per affrontare un sistema radicato con un leader che ha permesso che questi problemi si aggravassero è una nuova leadership. Deve essere una leadership dall’esterno”.
Lurie, 46 anni, proviene da una nota famiglia di San Francisco e ha stretti rapporti con l’aristocrazia di Pacific Heights. Sua madre, Mimi Haas, ha ricevuto una parte consistente del denaro dell’impero Levi’s quando ha sposato il defunto filantropo Peter Haas, pronipote di Levi Strauss, dopo aver divorziato dal padre di Daniel, il rabbino Brian Lurie, che è stato direttore esecutivo della Jewish Community Federation.
Secondo gli osservatori, l’attuale litania di problemi della città potrebbe offrire qualche speranza a Lurie, che non ha mai ricoperto una carica politica e che perciò viene visto come un outsider. Ed è forse proprio di un non-politico che gli abitanti di San Francisco potrebbero avvertire il bisogno, considerato che sotto l’amministrazione di Breed – soprattutto dopo la pandemia – “Frisco” ha dovuto fare i conti con la chiusura di centinaia di attività commerciali, il proliferare di senzatetto e di tossicodipendenti per strada, oltre a un vertiginoso aumento di scippi e rapine (specialmente a Downtown).

Secondo gli ultimi sondaggi, più di due terzi degli elettori disapprovavano l’operato del sindaco, che ciononostante si è ricandidato per un secondo mandato lo scorso 21 settembre. Secondo i dati di CBRE Group Inc. il tasso di uffici vacanti in città è salito a un livello record di circa il 32% nel secondo trimestre, da meno del 4% nel 2019. Di conseguenza, le entrate fiscali sono sotto pressione ed entro il 2026 si prevede che lo squilibrio di bilancio sarà superiore a 1 miliardo di dollari.
D’altra parte, negli ultimi mesi San Francisco ha iniziato a mostrare anche qualche segnale di ripresa, con l’aumento dei turisti e la domanda di uffici, trainata dalle aziende hi-tech che lavorano sull’intelligenza artificiale.