Come possono cani tanto grandi condividere spazi tanto piccoli? Sono circa 600mila quelli registrati a New
York City e fra questi molti sono di grande taglia, enormi.
Nella Big Apple la gentrificazione, secondo quanto sostenuto da un articolo del New York Times, si misura
anche attraverso le razze e le dimensioni canine, che possono divenire un indicatore insospettabile dei
cambiamenti in atto nel panorama metropolitano.
Diventando simboli loro malgrado dell’identità di un quartiere, i migliori amici dell’uomo raccontano molto
della personalità e del tenore di vita di chi lo abita, come la tendenza sempre crescente a aggiudicarsi,
Levrieri, Alani, Pastori Tedeschi tanto per citarne alcuni.
Sono le zone più eleganti, con i loro condomini signorili, a concentrare il maggior numero di cani, anche se
potrebbero sembrare le meno indicate a ospitarli, con i loro tappeti rossi e i portieri in divisa, ma
contrariamente a quanto si possa immaginare la nuova edilizia a Midtown non è restrittiva, anzi
assolutamente dog-friendly.
Sempre più attrezzati, anche per ospitare inquilini di grandi dimensioni, i nuovi appartamenti dotati di
regolamenti interni più flessibili, consentono una migliore disposizione degli spazi, spesso a discapito di
qualche mobile, riuscendo a trovare il giusto compromesso fra tutti gli occupanti. I cani giganti, secondo l’opinione di alcuni veterinari, sono spesso ingiustamente accusati di essere distruttivi e rumorosi, ma per loro dovrebbero essere preferiti ai più piccoli, perché, seppure ingombranti sanno essere compagni di appartamento ideali, sono molto tranquilli, si accontentano di rimanere semplicemente sdraiati sul divano accanto ai loro proprietari, senza fare niente.
Vivendo in spazi limitati, questi animali, più degli altri, hanno la necessità di un costante esercizio fisico,
preferiscono camminare piuttosto che correre, esauriscono rapidamente la loro energie e spesso anche in
età precoce sono colpiti da artrite e problemi articolari.
Uno dei segreti suggeriti dai 30 “dog run” di Manhattan, per una felice convivenza, è appunto quello di farli
stancare, munendosi di un comodo paio di scarpe e utilizzando la città come un cortile, approfittando dei
tanti parchi e aree attrezzate a loro disposizione.
Ovviamente l’esercizio non è limitato ai soli spazi aperti, anche in quelli più ristretti può essere sollecitato
tramite occultamento di oggetti o pratiche di sensibilità olfattive. Se lasciati a lungo da soli, vengono inoltre
suggerite attività di masticazioni di pelle grezza, utilizzo di giocattoli di gomma extra resistenti che fanno
movimento o rumore, in modo da tenerli a lungo impegnati.
In città risultano numerosi anche gli “asili” dove è possibile lasciarli per qualche ora, dove potranno
imparare a rispondere ai comandi, dove saranno “educati” proprio come fossero bambini. In aumento
anche il numero di persone che attraverso i propri cani, organizza incontri, favorendo una socializzazione
condivisa.
Pur trattandosi di piccoli appartamenti, queste bestiole, hanno bisogno di un luogo speciale tutto loro, può
trattarsi di un angolo dove disporre una coperta o qualche gioco, chi risulta essere particolarmente audace,
potrà consentire loro incursioni sugli arredi, facendoli sentire meno confinati nella loro tana. Alcune razze risultano particolarmente adatte per vivere negli appartamenti di piccola metratura, sono quelle che rientrano nella categoria dei cani da guardia, come Levrieri e Mastini. Sono dotati di una scarsa energia e possono rimanere rannicchiati un’intera giornata sotto l’aria condizionata, cercando di evitare le uscite.
Quando lo spazio vitale è piccolo, ingombro da oggetti e mobili e l’animale enorme, anche se è buona
norma togliere suppellettili e calici di vetro, è utile ricordare che i cani sono animali territoriali,
perfettamente consapevoli dei confini del proprio ambiente.
Inoltre la maggior parte dei pelosi, indipendentemente dalle loro dimensioni, non ha la percezione della
propria taglia, potranno quindi sentirsi a proprio agio in qualsiasi casa, soprattutto se provenienti dai rifugi,
dove il loro spazio risultava decisamente ristretto e spesso condiviso.