In Italia – dove restare a vivere coi genitori a lungo, fino ai trent’anni e oltre, è abbastanza comune – si vantava un tempo il modello anglosassone e soprattutto americano: a diciott’anni fuori di casa, al college magari dall’altra parte degli Usa, emancipazione e indipendenza. Da anni si susseguono sondaggi secondo cui non è più così; l’ultimo arriva dall’istituto Harris Poll e dice che in molti non se ne vergognano più.
Per il 43% dei giovani americani che tornano a casa dopo il college, o non hanno mai lasciato la famiglia di origine, è solo di una scelta pragmatica, quasi obbligata a fronte dei prezzi del mercato immobiliare, per non parlare di quelli che devono pagare i debiti contratti con l’università – in costante aumento come le rette. Quasi il 90% degli americani di ogni età intervistati da Harris Poll sostiene poi che non si tratta di essere mammoni: trasferirsi a casa dei genitori non deve essere considerato un demerito.
In quanti lo fanno? Oltre la metà dei giovani adulti americani fra i 18 e i 24 anni, ben il 58% secondo le statistiche ufficiali relative al 2021 dell’US Census Bureau.

La cifra scende al 33% per i giovani fra i 18 e i 34 anni. In Europa, secondo Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, sono anche di più, in percentuali molto variabili secondo i paesi (e i costi degli affitti, le rette universitarie, gli eventuali assegni per i giovani). Degno di nota che di qua o di là dall’oceano, peraltro, è più comune che a stare a casa siano i giovani maschi, secondo il Pew Reasearch Center (il 36% in Usa rispetto al 30% delle giovani donne, che pure magari devono anche gestire un figlio da mamme single). I maschi si ritirano più frequentemente nelle camerette da adolescenti, passano più tempo online o a giocare a videogame.
Il trend è lo stesso in Europa. Dice Eurostat: in Italia fra i 18 e i 34 anni vive coi genitori ben il 70% dei giovani adulti; il 66% delle donne, quasi il 75 degli uomini. Il divario si allarga in paesi più patriarcali, dove i maschi sono probabilmente più coccolati a casa: in Turchia, le cifre sono 45,8% contro 65,9%. In cima alla classifica la Croazia dove resta coi genitori il 76,5% (l’83,5% dei maschi); i più indipendenti, senza sorprese, sono gli scandinavi (Svezia dove resta a casa il 17%, poi Danimarca e Finlandia con 16 e 18%, in quarta posizione la Germania che sale al 29% col solito divario, 25,6 di ragazze e 33,9 di ragazzi).
C’è ampio materiale di riflessione. Secondo un articolo del Guardian dell’agosto di quest’anno, il trend riguarda anche l’Australia, principalmente per colpa degli affitti inabbordabili. Il quotidiano citava Jodie, centralinista part time che studia come infermiera, e che a trent’anni ha lasciato Sidney per tornare dai genitori sulla costa del New South Wales. “Molti sono comprensivi”, diceva: “non mi sento giudicata da nessuno… tranne che da me stessa”. La madre, Tiz, dice che la porta è sempre aperta per i figli, ma “non mi aspettavo che tornassero. Pensavo che ormai avrebbero avuto le loro vite e le loro famiglie. Io avevo lasciato la mia casa d’origine a 21 anni, anche se vengo da una famiglia italiana che non voleva che me ne andassi. Ma vedo che i ragazzi oggi fanno molta più fatica. Quando ho visto salire gli affitti ho detto a Jodie, torna. Aspetta finché non avrai messo un po’ di soldi da parte, poi fai quello che vuoi”. Casa è quel posto dove non possono mai chiuderti la porta in faccia.