Invece di partecipare al secondo dibattito presidenziale repubblicano, la prossima settimana Donald Trump sarà in Michigan per incontrare gli operai automobilistici in sciopero. A rivelarlo è una fonte vicina all’ex presidente, il quale aveva già disertato il primo dibattito GOP lo scorso 23 agosto – facendosi piuttosto intervistare su X da Tucker Carlson.
Il frontrunner repubblicano ha recentemente preso una forte posizione a favore dei dimostranti, mostrandosi solidale con i lavoratori e accusando l’amministrazione di Joe Biden – suo probabile sfidante per la Casa Bianca nel 2024 – di voler distruggere l’industria automobilistica promuovendo veicoli elettrici e l’energia verde.
Il viaggio del 27 settembre prevede anche un comizio che avverrà in contemporanea al secondo dibattito delle primarie del Partito Repubblicano, previsto presso la Ronald Reagan Presidential Library a Simi Valley, in California, come riportato dal New York Times.
Non tutti però accoglieranno l’ex presidente a braccia aperte. Shawn Fain, il presidente del sindacato in sciopero – la United Auto Workers (UAW) – ha pesantemente criticato il guru GOP e la sua amministrazione. “Ogni fibra del nostro sindacato è riversata nella lotta alla classe miliardaria e a un’economia che arricchisce persone come Donald Trump a spese dei lavoratori”, ha dichiarato Fain martedì. “Non possiamo continuare a eleggere miliardari e milionari che non hanno la minima idea di cosa significhi vivere di stipendio in stipendio e lottare per tirare avanti e aspettarci che risolvano i problemi della classe operaia”.
Dave Green, direttore regionale dell’UAW in Ohio e Indiana, ha quindi accusato Trump di essere unicamente intenzionato a “ottenere voti per se stesso. E anche dividere i nostri membri gli uni contro gli altri usando la retorica politica”, ha dichiarato all’Associated Press.
La scorsa settimana l’UAW ha proclamato uno sciopero contro Ford, General Motors e Stellantis, nel tentativo di esercitare pressioni sulle case automobilistiche affinché concedano salari più alti e condizioni di lavoro migliori. All’inizio della settimana la sigla sindacale e le tre grandi case automobilistiche di Detroit hanno ripreso le trattative per mettere fine a una sollevata di scudi che potrebbe costare all’economia USA più di 5 miliardi di dollari.