Ci sarebbe anche un cittadino americano tra le 18 persone arrestate dai talebani con l’accusa di voler diffondere il cristianesimo in Afghanistan.
In due diversi raid compiuti il 3 e il 13 settembre nella sede della ONG svizzera Missione internazionale di assistenza (IAM) a Ghor, a 400 km a ovest di Kabul, la polizia afghana avrebbe tratto in arresto oltre 20 dipendenti. L’americano e altri tre membri sono stati rapiti durante la prima incursione, mentre gli altri 15 sono stati catturati durante la successiva sortita. Tutti sono stati inviati in un’area non specificata della capitale Kabul.
Le autorità talebane hanno dichiarato che i prigionieri sono stati detenuti per aver “propagandato e promosso il cristianesimo” nella nazione a maggioranza musulmana.
La ONG di matrice cristiana ha dichiarato di star lavorando con le Nazioni Unite per “approfondire la comprensione della situazione” e lavorare per il rilascio dei suoi dipendenti. La IAM opera in Afghanistan da quasi 60 anni e lavora per migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione e lo sviluppo delle comunità.
“Il benessere e la sicurezza dei nostri colleghi sono fondamentali per noi e stiamo facendo tutto il possibile per garantire la loro sicurezza e il loro rapido rilascio”, ha dichiarato l’organizzazione.
Da quando i Talebani hanno preso il potere in Afghanistan due anni fa, le organizzazioni non profit sono state sottoposte a controlli sempre più stringenti. Da ultimo, gli studenti coranici hanno reso illegale per le donne lavorare per associazioni umanitarie e hanno emanato restrizioni più severe che vietano loro di stare da sole in luoghi pubblici.