Sognava un dolce futuro sulle calde spiagge italiane – e invece ad attenderla sarà molto probabilmente il fresco delle carceri USA.
Un’impiegata civile della Marina americana è stata arrestata con l’accusa di aver ideato un piano per concedere illegalmente più di 26 milioni di dollari in appalti militari a un’azienda del Belpaese, nella speranza che quest’ultima la assumesse e le regalasse la nuova vita che tanto agognava.
Secondo un mandato di perquisizione del Naval Criminal Investigative Service (NCIS), l’ingegnere meccanico Nicole Kristen Schuster – descritta come un’amante dei viaggi in Europa – avrebbe contribuito a truccare le gare d’appalto a favore di un’azienda milanese produttrice di torni e fresatrici verticali altamente specializzati, utilizzati per creare eliche di sottomarini e altre parti essenziali. Il documento sostiene che la Schuster preparava quotidianamente biscotti per gli italiani, nel tentativo continuo di “entrare nelle loro grazie” – e addolcire l’affare.
La 32enne ha lavorato presso il Naval Foundry and Propeller Center (NFPC) di Filadelfia dal 2015 al 2020, prima di essere trasferita al Puget Sound Naval Shipyard di Bremerton, Washington. I procuratori sostengono che abbia supervisionato una serie di progetti multimilionari per i sottomarini della classe Columbia e della classe Virginia.
Alcuni colleghi parlano di Schuster, laureata alla Georgia Tech (e gravata da un’ingente debito studentesco), come di un’ottima lavoratrice. Qualcun altro, invece, la descrive in toni assai meno encomiastici: una “pazza”, una “bugiarda compulsiva”, ma anche una “manipolatrice” che spesso “flirtava per farsi strada”.
Una tecnica che Schuster potrebbe aver impiegato anche con una controparte italiana. “Voglio dire, da un lato è bello andare a cena con qualcuno che è colto, sa scegliere un buon vino e si impegna. Più di qualsiasi altro uomo che abbia mai frequentato”, si legge in un messaggio inviato da Schuster a un collega, secondo la dichiarazione giurata. “Ma d’altra parte, lui ha 19 anni più di me, vive in Italia, io voglio un lavoro in [azienda milanese], e anche ora [è] un conflitto di interessi”, aggiunge.
Mercoledì scorso, la Schuster è stata accusata di divulgazione indebita di informazioni su offerte, proposte e fonti di appalto, un reato federale punibile fino a cinque anni di carcere.
Secondo l’affidavit, Schuster non solo avrebbe divulgato informazioni riservate su altre aziende del settore, ma avrebbe inoltre confezionato l’appalto in modo da farlo combaciare con le specifiche dell’azienda italiana, per eliminare qualsiasi possibilità di successo di un fornitore concorrente. Nel complesso, secondo gli agenti federali, Schuster avrebbe fornito alla società italiana un “vantaggio competitivo” che ha portato a quattro appalti tra il 2017 e il 2020 per un totale di 26.411.587,50 dollari.
Pare tuttavia che lo sforzo sia stato compiuto invano. La donna, infatti, non ha mai ottenuto il posto che desiderava. E per lei, probabilmente, la “dolce vita” resterà soltanto un’amarissima fantasia.