Hunter Biden, il figlio del presidente, è stato incriminato dalla procura federale del Delaware per aver acquistato una pistola, un revolver Colt Cobra calibro 38, in un negozio di armi mentendo sul modulo d’acquisto di essere tossicodipendente.
Il 6 settembre il procuratore speciale David Weiss – incaricato dall’amministrazione Trump, e poi confermato da quella Biden, di indagare sugli affari e sulla vita personale del figlio del presidente – aveva chiesto a un gran giurì di rinviarlo a giudizio prima del 29 settembre, data in cui si sarebbe prescritto il reato. Ed oggi è arrivata l’incriminazione.
Si chiama ATF 4473 il formulario di 7 pagine che il Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives del Department of Justice richiede di riempire a chi vuol acquistare un’arma in un negozio. Ma solo in un negozio. La vendita di un’arma tra privati o nei gun show non richiede questa prassi.
Un modulo “strano” in cui si chiede all’acquirente se sia un latitante o se un immigrato illegale, ma anche se soffre di turbe mentali, se è propenso alla violenza. Un formulario frutto della legge Brady, quella sul controllo delle armi, sponsorizzata proprio da Joe Biden quando era al Senato. Le bugie sul modulo comportano fino a 10 anni di carcere.
Secondo il Washington Post nel 2019 nello Stato del Delaware sono stati scoperti solo tre casi di persone che avevano mentito nel modulo e nessuno è stato perseguito penalmente, ma è stata fatta solo una multa. L’FBI, nell’esaminare i moduli, ha rilevato che 112.000 formulari contenevano “bugie” nell’anno fiscale 2017, e gli investigatori federali avevano nomi e indirizzi sui moduli compilati. Secondo il Government Accountability Office solo 12 persone sono state processate.
Hunter Bidden è rimasto ferito quando era bambino in un incidente d’auto in cui persero la vita la madre Neilia e la sorella Naomi. Il fratello Beau, che era a bordo della vettura, rimase pure lui ferito. La tragedia lo ha profondamente tormentato e nel corso degli anni è stato più volte ricoverato in centri di riabilitazione per la tossicodipendenza. Venne anche allontanato dalla Navy, dove prestava servizio nella Reserve, dopo un test antidroga.

L’inchiesta sul figlio di Biden è stata avviata nel 2018, e le diverse accuse contro di lui, con diversi legami in Cina ed Ucraina, sono state al centro della campagna per la rielezione di Trump. Attualmente sono al centro delle indagini lanciate da tre commissioni della Camera guidate da tre parlamentari legati all’ex presidente Donald Trump. Finora nonostante le numerose udienze tenute alla Camera alle quali numerosi testimoni hanno deposto non è saltata fuori nessuna accusa di illecito nei confronti di Hunter Biden, né, tantomeno, dei collegamenti che secondo Trump ci sarebbero stati tra Hunter e il padre. Non trovando le prove le accuse sono state “dirottate” contro gli inquirenti, accusati di non aver indagato a fondo sul figlio del presidente. E per questo l’avvio delle indagini per un possibile impeachmeent del capo della Casa Bianca. E ora, Joe Biden rischia di vedere a processo il figlio nel 2024, proprio durante la campagna elettorale per la rielezione alla Casa Bianca.
Del resto il ruolo di Hunter nella società ucraina Burisma era stato al centro delle pressioni che Trump fece sull’allora presidente appena insediato Volodymyr Zelensky nella complessa vicenda del Kievgate che portò al primo impeachment di Trump nel 2019. A poche settimane dalle elezioni presidenziali gli alleati di Trump rivelarono che il proprietario di un negozio di computer del Delaware aveva consegnato all’FBI un laptop di Hunter Biden. Trump e Rudy Giuliani sostenevano che i dati sul laptop mostravano le prove di affari non etici e probabilmente illegali. La scorsa primavera il Washington Post ha scritto che due esperti di sicurezza informatica avevano esaminato migliaia di e-mail provenienti dal computer di Hunter Biden e affermarono che si trattava di comunicazioni autentiche, ma che non c’erano prove di illeciti contabili o di transazioni poco chiare, ma molte foto, alcune di Hunter nudo, sconvolto dalla droga.
A luglio, si era arenato il tentativo di patteggiamento tra gli avvocati di Hunter Biden e Weiss che si sarebbe dichiarato colpevole di due violazioni fiscali per non aveva presentato la denuncia dei redditi nel 2017 e nel 2018, pagando però le tasse arretrate con le penali, e inoltre avrebbe ammesso l’acquisto illegale dell’arma ma senza dichiararsi colpevole del reato. L’accordo è saltato davanti al magistrato perché gli avvocati di Hunter volevano che il patteggiamento fosse onnicomprensivo per tutte le vicende fiscali di Hunter Biden. Il magistrato federale contestò il patto che legava un reato penale, quello di aver acquistato la pistola mentendo sul modulo, ad uno finanziario, le tasse non dichiarate affermando che era un “patteggiamento inattuabile”.