Il Governo de L’Avana ha accusato Mosca di reclutare mercenari cubani per farli combattere in Ucraina offrendo in cambio la cittadinanza russa.
A denunciarlo pubblicamente è stato lunedì il ministero degli Esteri del Paese caraibico, che in un comunicato insolitamente duro contro l’alleato est-europeo ha annunciato “la neutralizzazione e lo smantellamento di una rete di trafficanti di esseri umani che opera dalla Russia per integrare cittadini cubani che vivono nel Paese, e anche alcuni dal territorio cubano, nelle forze militari che partecipano alle operazioni di guerra in Ucraina”.
“Cuba ha una posizione storica ferma e chiara contro il mercenarismo e svolge un ruolo attivo nelle Nazioni Unite nel ripudio di questa pratica”, ha aggiunto il ministero, precisando che “Cuba non fa parte della guerra in Ucraina” e che il Paese “agirà con forza contro chiunque (…) partecipi a qualsiasi forma di traffico di esseri umani ai fini del reclutamento di mercenari”.
Nella dichiarazione di lunedì si legge infine che “sono stati avviati procedimenti penali contro le persone coinvolte in queste attività”.
Lo scorso maggio, su un quotidiano della città di Rjazan’ era trapelata la notizia che Mosca stesse attivamente reclutando mercenari cubani per spiegarli al fronte – offrendo loro in cambio la cittadinanza russa. Sinora sul tema non c’è stato alcun commento ufficiale da parte del Cremlino.
Le dichiarazioni costituiscono un raro caso di conflitto tra le due nazioni, storicamente accomunate dall’anti-americanismo sin dai tempi della Guerra Fredda. Il Governo cubano ha più volte criticato l’Occidente per aver istigato il conflitto in Ucraina – e il suo presidente, Miguel Daz-Canel, ha dichiarato che L’Avana avrebbe fornito a Mosca “sostegno incondizionato” nel suo “scontro con l’Occidente”.
Lo scorso anno le autorità russe hanno annunciato un piano per aumentare il numero delle forze armate di oltre il 30%, raggiungendo 1,5 milioni di soldati nonostante le ingenti perdite subite nei 18 mesi di conflitto in Ucraina.