Non piove quasi mai in Nevada, specialmente nella zona del Black Rock Desert. Una zona tra le più desolate degli Stati Uniti, nel nord dello Stato. Nel deserto che è parte di un parco federale, dall’inizio degli Anni Novanta si tiene il Burning Man Festival durante il lungo weekend del Memorial Day. Un deserto americano senza dune di sabbia, ma solo polvere, neanche terra. Non c’è nulla nel raggio di 50 miglia. Il paese più vicino e Mill City, è un fatiscente desolato villaggio sorto il secolo scorso accanto a una miniera di quarzo. La miniera ha chiuso i battenti e il villaggio è semi abbandonato. La civiltà più vicina al luogo dove si tiene il festival è una pompa di benzina che vende anche ghiaccio e prodotti alimentari a circa 20 miglia di distanza. Per il resto, il nulla.
Si popola, però per il Burning Man Festival. Per questo evento durante il Memorial Day weekend il deserto si trasforma in un happening visivo, musicale, teatrale con artisti più o meno famosi che si danno appuntamento in un paesaggio surreale creato negli Anni Novanta ad immagine dei film di Mad Max. Per tre giorni tra le tende e i camper la musica, il balletto e il teatro lasciano lo spazio ad una prova di sopravvivenza per oltre 70 mila persone. Un’esperienza neanche a buon mercato: i biglietti possono arrivare a costare fino a 2mila dollari.
Quest’anno il Burning Man Festival, dopo le intense, quanto inusuali, piogge portate dagli uragani si è trasformato in un immenso pantano, una distesa di fango dalla quale è stato impossibile uscire. Almeno fino ad lunedì pomeriggio, bloccando le decine di migliaia di persone che hanno preso parte all’evento.
L’unica via di fuga, con le auto bloccate nel fango, era quella che porta all’autostrada, percorribile solo a piedi nudi o con le scarpe coperte da sacchetti di plastica per non restare bloccati dalla melma di sabbia e acqua: ore di cammino che le autorità hanno invitato a non affrontare. Una persona è morta, ma non è chiaro come il decesso sia avvenuto. Quelli che hanno voluto prendere la macchina con cui erano arrivati al Festival sono rimasti impantanati nella melma. Ogni tanto passano elicotteri della protezione civile che scaricano casse di acqua potabile.
“Non ero preoccupato”, afferma alla Cnn Willonius Hatcher, attore e sceneggiatore 39enne: ha raggiunto una zona dove in tanti si accalcano sperando di avere qualche minuto di accesso a internet.
Molti “burners”, soprannome dei frequentatori del festival, hanno fabbricato stivali improvvisati per sfidare il fango e hanno avvolto le scarpe in sacchetti di plastica per poter raggiungere il centro della Playa, dove si sarebbe dovuto incendiare il fantoccio gigante, ultimo atto che decreta la fine della festa a cui dà il nome.
Ma la prospettiva di trascorrere diversi giorni con i piedi nella melma, nel bel mezzo del deserto, ha spinto quasi tutti i partecipanti a camminare per quasi dieci miglia per raggiungere la strada dove sono arrivati i soccorsi.
Il Burning Man è un festival di otto giorni che si svolge sulla distesa salata (sabkha) del Deserto Black Rock dal 1986. Il nome deriva dal rituale che consiste nell’incendiare un grande fantoccio di legno a conclusione dell’happening. Non ci sono concerti con grandi nomi e non ci sono esibizioni pubblicizzate, ma spesso gli artisti fanno capatine a sorpresa. Ognuno dei partecipanti è libero di organizzare esibizioni, mostre d’arte, performance, workshop e giochi; deve inoltre portare attrezzatura da campeggio, generatori di elettricità, cibo e acqua per la propria sopravvivenza, perchè le uniche cose in vendita al festival sono ghiaccio e caffè; il baratto e il dono sono le uniche forme ammesse di passaggio di proprietà di beni, cibo ed acqua.
A Black Rock City i cellulari non funzionano e oltre a potersi verificare alcune tempeste di sabbia improvvise, di giorno le temperature superano i 110 gradi °F mentre di notte possono scendere di diverse decine di gradi. È sconsigliato portare all’evento i bambini.
Quest’anno è arrivato senza nessun annuncio Dj Diplo in compagnia di Chris Rock. Diplo ha postato su Instagram una foto scattata sul camioncino di un fan cui ha chiesto un passaggio dopo aver camminato per 6 miglia nel fango.
Tra i “bruciatori”, c’era anche il cantante dei Muse, Matt Bellamy, assiduo frequentatore del Festival. Sul suo profilo Instagram ha postato un video in cui lo si vede “fuggire” in bicicletta dopo le forti piogge che hanno trasformato la “playa” in una distesa di fango.
Nel post, Bellamy descrive la sua “fuga”: 5 miglia dal Burning Man a Gerlach, “attraverso il deserto paludoso”, e altre 12 miglia su strade di montagna”. “Un viaggio epico!”, conclude.
Non è la prima volta che il festival viene interrotto o cancellato. Accadde anche nel 2018, a causa di una tempesta di sabbia.
Ma non tutti sono fuggiti. In tanti hanno deciso di restare nella speranza che un miglioramento delle previsioni del tempo per questa sera possa consentire alla fine il gran finale del Burning Man, l’effigie di legno a forma di uomo, che la notte del Memorial Day viene dato alle fiamme.