In questi giorni, il gruppo Meta, la holding capitanata da Mark Zuckerberg, ha individuato e rimosso oltre 7.700 account e 930 pagine solo su Facebook, collegati alla cosiddetta campagna “Spamouflage“, la rete che dal 2018 cerca di promuovere la reputazione del governo cinese, gettando fango sull’Occidente ed in particolar modo sugli Stati Uniti.
La società proprietaria dei principali social network ha definito l’operato di questi account come la “più grande operazione di influenza segreta online al mondo”: stando a quanto spiegato da Zuckerberg e soci, dietro questi profili vi sarebbe l’ombra di alcuni individui molto vicini alle forze dell’ordine cinesi, divisi su tutto l’immenso territorio nazionale, che negli ultimi anni avrebbero contribuito a diffondere sul web migliaia di fake news, riguardanti gli argomenti più disparati, tra cui l’origine del Covid-19. Naturalmente, la rimozione di account legati al network in questione non ha coinvolto solo Facebook, ma anche Instagram, YouTube, TikTok, Reddit, Pinterest e Twitter/X. Stando a quanto riportato da Meta, i profili individuati condividevano la stessa infrastruttura digitale, seguendo degli schemi di turni ben precisi, intervallati dalla pausa pranzo. In questi mesi, la rete aveva alimentato commenti positivi sulle politiche perseguite dallo stato cinese, in particolar modo nello Xinjang, dove è stata promossa una sorta di opera di “rieducazione” nei confronti della minoranza degli uiguri.
I vertici del gruppo Meta hanno inoltre spiegato che mentre gli account venivano individuati ed eliminati dai sistemi automatizzati della stessa società, la campagna di disinformazione cercava di spostarsi su piattaforme più piccole, provando al tempo stesso di amplificare il proprio contenuto sui vari servizi online. “Non abbiamo trovato prove che questa rete abbia ottenuto un coinvolgimento sostanziale tra le comunità autentiche presenti sui nostri servizi” hanno dichiarato i portavoce della società guidata da Zuckerberg, “operazioni di questo tipo restano spesso nell’ombra, ma allo stesso tempo hanno un’influenza di livello mondiale”. Basti pensare, in effetti, che soltanto su Facebook questi account fake avevano accumulato oltre mezzo milione di followers. Come spiegato dalla società proprietaria dei social network più utilizzati del momento, però, le bugie diffuse dalla rete pro Cina hanno attratto l’attenzione di pochissimi utenti reali.
Sulla vicenda, nel corso di una conferenza stampa, è intervenuto anche Wang Wenbin, portavoce del Ministero degli Esteri cinese. Quest’ultimo ha tenuto ad evidenziare come negli ultimi tempi, sui social, si stiano diffondendo alcune fake news riguardanti il Paese. Proprio per questo motivo, Wenbin ha dichiarato: “Spero che le aziende interessate rispettino il principio di oggettività e imparzialità, evitino i doppi standard e siano in grado di distinguere le menzogne dalla verità, rimuovendo le false informazioni relative alla Cina”.