Secondo lo studio AQLI (“Air Life Quality Index”), condotto dall’Energy Policy Institute dell’Università di Chicago (Epic), circa il 97 per cento della popolazione globale vive in luoghi dove la qualità dell’aria è malsana. Questo porta a ridurre di due o tre anni l’aspettativa di vita di ogni individuo poiché è stato stimato che l’inquinamento atmosferico è più dannoso perfino dell’alcol e del fumo.
Tossiche per la nostra salute sono le polveri sottili, che veicoli e impianti industriali scaricano in grande quantità e che tutti noi respiriamo quotidianamente.
Molti Paesi europei sono a rischio, ma l’aria è decisamente peggiore in Asia meriodianale, in particolare nell’area di Nuova Delhi – individuata come “la megalopoli più inquinata al mondo”. Per il momento, in Cina, la qualità sembra essere in miglioramento.
Negli Stati Uniti, grazie ad azioni legislative come il “Clean Air Act”, l’inquinamento è stato ridotto al 64,9% dal 1970, quando la norma è entrata in vigore, aiutando gli americani a guadagnare 1,4 anni di aspettativa di vita.
Tuttavia il cambiamento climatico e gli incendi avvenuti di recente in Canada e nei boschi della California hanno peggiorato la situazione destando preoccupazione per l’impatto sulla salute.
Secondo il professor Michel Greenstone, che è a capo della squadra dei ricercatori, l’inquinamento atmosferico da polveri sottili può causare malattie polmonari, cardiache, ictus e cancro. L’unico modo per registrare dei progressi significativi è mettere in atto politiche efficaci e ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili.
I ricercatori di Epic lamentano che il finanziamento stanziato per affrontare la sfida è minimo rispetto alla gravità del problema in atto. Infatti, finora è stata messa a disposizione solo una piccola parte proveniente dal fondo globale per combattere le malattie infettive, che eroga 4 miliardi di dollari all’anno per HIV/AIDS, malaria e tubercolosi, ma non prevede una somma adeguata per contrastare i danni dell’inquinamento atmosferico.
Se invece si riuscisse ad avere più fondi e a diminuire gli inquinanti in modo permanente, rientrando delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni persona aggiungerebbe in media 2,3 anni alla sua aspettativa di vita.