È “profondamente importante” per le due maggiori potenze globali mantenere solide relazioni economiche. A dirlo è stata la segretaria al Commercio degli Stati Uniti Gina Raimondo, arrivata domenica in Cina per una tre-giorni di incontri e negoziati con i rappresentanti di Pechino.
La visita della funzionaria dell’amministrazione Biden – che segue di qualche settimana quelle dei suoi colleghi Antony Blinken, Janet Yellen, e John Kerry (nonché del decano della diplomazia USA Henry Kissinger) – ha lo scopo di rafforzare i legami commerciali tra le due principali economie del mondo, il cui interscambio vale più di 700 miliardi di dollari all’anno.
“È una relazione complicata. È una relazione impegnativa. Naturalmente non saremo d’accordo su alcune questioni”, ha detto Raimondo durante un faccia a faccia con il suo omologo Wang Wentao, aggiungendo però di “pensare che possiamo fare progressi se siamo diretti, aperti e pratici”.
Raimondo ha aggiunto che Washington e Pechino hanno “lavorato tutta l’estate per stabilire nuovi scambi di informazioni e gruppi di lavoro che ci permetteranno di avere un impegno più coerente nelle nostre relazioni”.
Da mesi le parti si accusano a vicenda di discriminazione. Le imprese statunitensi lamentano di incontrare rilevanti difficoltà a fare affari in Cina a causa delle misure nazionaliste del Governo cinese, mentre Pechino ha criticato duramente le misure statunitensi volte a limitare il suo accesso al mercato dei semiconduttori e del 5G.
Dal canto suo, Wang ha dichiarato di essere pronto a lavorare insieme per “promuovere un ambiente politico più favorevole per una più forte cooperazione tra le nostre imprese per sostenere il commercio bilaterale e gli investimenti in modo stabile e prevedibile”.
Gli statunitensi non sembrano però avere alcuna intenzione di collaborare con il rivale cinese su ambiti legati alla sicurezza nazionale – come appunto i semiconduttori. “Non c’è spazio per compromessi o negoziati sul tema”, ha ribadito Raimondo – secondo cui però il 99% del commercio non riguarda ambiti ‘protetti’. “Le nostre relazioni commerciali, se fatte bene, possono stabilizzare le relazioni politiche”.