Arrivi eccellenti nella prigione di Atlanta e prime allarmanti defezioni nel team di Trump di coimputati in attesa dei processi.
La scorsa settimana un gran giurì della contea di Fulton in Georgia ha rinviato a giudizio con 41 capi d’accusa l’ex presidente Trump e altre 18 persone per aver creato una “impresa criminale” che mirava a ribaltare la sconfitta elettorale dell’ex presidente in Georgia. Il procuratore distrettuale della contea di Fulton, Fani Willis, che sta conducendo le indagini, ha concesso agli accusati tempo fino a mezzogiorno di venerdì per arrendersi alle autorità.
Oggi nel pomeriggio nel carcere della contea di Fulton in Georgia si è costituito Rudy Giuliani, l’ex sindaco di New York e avvocato di Donald Trump che è stato tra i più attivi promotori a propagandare le bugie elettorali dell’ex presidente. Giuliani si è presentato con il suo avvocato di New York, John Esposito, che ha intavolato le trattative per la cauzione che è stata fissata a 150 mila dollari. All’ex sindaco sono stati contestati 13 reati, guidando gli sforzi di Trump per costringere i legislatori statali della Georgia ad ignorare la volontà degli elettori e a nominare falsi Grandi Elettori in sostituzione di quelli che avevano votato per Biden.
Poco prima di Giuliani si era costituita nella pigione di Atlanta anche Sidney Powell, l’altra avvocata di Trump che con Giuliani Rudy Giuliani sosteneva nei tribunali che le elezioni presidenziali della Georgia erano state viziate da frodi. Per lei fissata una cauzione da 100 mila dollari.
“Ho combattuto battaglie molto peggiori di questa” ha detto Giuliani. “Non è un caso che tutti gli avvocati di Trump siano stati incriminati. Mai sentito prima una cosa del genere in America”, ha sottolineato. “Il sistema giudiziario è stato politicizzato e criminalizzato per fini politici”, ha aggiunto.
Giuliani si è fatto beffe dell’idea che le autorità della prigione della contea di Fulton gli faranno probabilmente una foto segnaletica, lodando la sua storia di ex procuratore nella lotta alla mafia a New York. “Mi faccio fotografare. Non è carino? Una foto segnaletica dell’uomo che probabilmente ha messo in prigione i peggiori criminali del XX secolo”, ha ironizzato l’ex sindaco.
Molti altri imputati accusati in Georgia di presunti tentativi di invertire l’esito delle elezioni statali del 2020 per mantenere al potere l’ex presidente Donald Trump si sono già costituiti. Il primo è stato Scott Hall, che fa l’assicuratore delle cauzioni degli imputati, deve affrontare sette capi d’imputazione. Ha accettato una cauzione di 10 mila dollari. Dopo di lui John Eastman, un avvocato conservatore accusato di essere uno degli architetti del complotto, incriminato con nove capi di imputazione. La sua cauzione è stata fissata a 100 mila dollari. Poi Cathy Latham, una funzionaria repubblicana, rinviata a giudizio con 11 capi d’imputazione. La sua cauzione è stata fissata a 75 mila dollari. Kenneth Chesebro, un avvocato conservatore che è quello che ha avuto l’idea di sostituire i Grandi Elettori veri che avevano votato per Biden con Grandi Elettori falsi che si erano schierati con Trump. È stato incriminato con sette capi di imputazione e la sua cauzione è stata fissata a 100 mila dollari. Ray Smith III, avvocato della campagna di rielezione di Trump, deve affrontare 12 capi di imputazione. Ha accettato una cauzione di 50 mila dollari. Ed infine David Shafer, ex presidente del partito Repubblicano della Georgia, è stato incriminato con 8 capi d’accusa. Ha accettato una cauzione di 75 mila dollari, Ma Schaffer, che nella qualità di presidente del partito Repubblicano in Georgia guidò la delegazione statale dei 16 falsi elettori, ha affermato al magistrato che lui e i falsi elettori “agirono su ordine del presidente in carica e di altri dirigenti federali”.
Cauzione accettata anche da Jenna Ellis: 100 mila dollari, Stephen Lee: 75mila, Ray Smith: 50 mila, Robert Cheeley: 50 mila, Michael Roman: 50 mila, Shawn Still: 10 mila per lui anche il vincolo di firma al posto di polizia, Scott Hall: 10 mila, Misty Hampton: 10 mila e anche per lei c’è il vincolo di firma. Nessuno di loro si è ancora costituito, ma i loro avvocato hanno accettato i termini della cauzione. Altri quattro imputati, invece, non hanno accettato, fino ad oggi, gli accordi per la libertà su cauzione: Mark Meadows, Jeffrey Clark, Harrison Floyd, Trevian Kutti. Il District Attorney Fani Willis ha detto che se non si costituiranno entro venerdì a mezzogiorno scatterà il mandato di cattura. Mark Meadows aveva fatto appello chiedendo alla magistratura federale di intervenire perchè lui, come stretto collaboratore del presidente era protetto dalla “Supremacy Clause”. Il magistrato federale ha rigettato la sua richiesta.
Donald Trump – come lui stesso ha annunciato – si costituirà domani. Avrebbe scelto di farlo in serata, nel prime time televisivo così da dare maggiore copertura mediatica al suo arresto.
Per l’ex presidente però si moltiplicano i pericoli. Oltre a David Shafer anche un ex dipendente di Mar A Lago ha ritrattato la sua testimonianza e ha implicato Trump nei tentativi per nascondere i documenti top secret che l’ex presidente aveva portato via dalla Casa Bianca dopo aver lasciato l’incarico. Yuscil Taveras, incaricato del monitoraggio delle telecamere di sicurezza nella residenza di Tump in Florida ha ritrattato la sua testimonianza al gran giurì. Nella deposizione aveva affermato che non c’erano state pressioni per cancellare alcune videoregistrazioni che riprendevano i dipendenti del resort spostare i documenti nella cantina. L’avvocato che lo assistiva era uno dei legali di Trump.
Dopo aver cambiato legale, però, ha ritrattato e ha raccontato allo Special Prosecutor Jack Smith che invece Walt Nauta, l’assistente di Trump, e dell’addetto alla manutenzione di Mar-A-Lago, Carlos De Oliveira, gli hanno più volte chiesto di cancellare le prove degli spostamenti delle carte segrete.