Un’opera d’arte realizzata dall’intelligenza artificiale senza alcun coinvolgimento umano non può essere protetta dal diritto d’autore secondo la legge statunitense. A stabilirlo è stata venerdì la giudice distrettuale di Washington Beryl Howell.
La corte ha specificato che solo i lavori realizzati da persone in carne ed ossa possono essere protetti dal copyright, confermando la decisione dell’Ufficio per il diritto d’autore di respingere la richiesta dell’informatico Stephen Thaler di brevettare due idee che sosteneva essere opera del suo sistema DABUS (Device for the Autonomous Bootstrapping of Unified Sentience).
Si tratta nello specifico di un contenitore per alimenti a rapido riscaldamento e di un faro lampeggiante per attirare l’attenzione in caso di emergenza – entrambi realizzati con il decisivo input dell’IA.
Thaler aveva già richiesto brevetti generati da DABUS anche nel Regno Unito, in Sudafrica, Australia e Arabia Saudita.
L’avvocato di Thaler, Ryan Abbott, ha dichiarato che lui e il suo cliente sono in forte disaccordo con la decisione e che faranno appello. Il Copyright Office, in una dichiarazione di lunedì, ha invece affermato di “ritenere che la corte abbia raggiunto il risultato corretto”.