Un giudice militare americano di stanza a Guantanamo per la prima volta ha respinto la confessione di un sospettato di Al-Qaeda come prova perché derivante da torture.
Secondo il colonnello Lanny Acosta, le parole rese da Abd al-Rahim al-Nashiri, presunta mente dell’attacco nel 2000 contro la USS Cole nello Yemen che provocò 17 morti, è stata viziata da anni di abusi nelle mani di Cia ed Fbi. “L’esclusione di tali prove non e’ priva di costi sociali.
Tuttavia, consentire l’ammissione di prove ottenute o derivanti da tortura da parte dello stesso governo che cerca di perseguire e giustiziare l’accusato puo’ avere costi sociali ancora maggiori”, ha sostenuto il giudice. Gli avvocati di Nashiri, così come dei cinque uomini di al-Qaeda accusati dell’11 settembre 2001, hanno combattuto per piu’ di un decennio presso il tribunale militare di Guantanamo per escludere simili prove contro di loro.