Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha telefonato mercoledì al connazionale Paul Whelan, detenuto in un carcere russo dal 2018, chiedendogli di “avere fiducia” ed assicurandogli che le autorità di Washington stanno facendo “tutto il possibile” per riportarlo a casa.
L’ex Marine americano, arrestato nel 2018 e condannato a 16 anni per spionaggio nel 2020, è attualmente detenuto in un campo di prigionia in Mordovia, a circa 500 km a sud-est di Mosca. Il Governo USA ritiene quella di Whelan una “detenzione ingiusta” – implicando che le accuse mosse contro di lui sono false e che è di fatto un prigioniero politico nelle mani di Mosca.
Lunedì il Dipartimento di Stato è tornato a chiedere il rilascio immediato non solo di Whelan ma anche del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, arrestato a marzo e anche lui per presunto spionaggio.
L’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov, ha dichiarato che le due diplomazie stanno trattando per un eventuale scambio dei due prigionieri – come quello che lo scorso dicembre ha riportato a casa la cestista Brittney Griner al posto del mercante d’armi Viktor But.
L’ultima visita di un funzionario americano a Whelan è quella compiuta lo scorso maggio da Lynne Tracy, ambasciatrice USA in Russia. In quell’occasione, la diplomatica aveva ribadito che “il suo rilascio rimane una priorità assoluta” e che “il Governo degli Stati Uniti continuerà a impegnarsi con le autorità russe sul suo caso in modo che Paul possa tornare a casa il prima possibile”.