Uno delle più grandi petroliere russe è stata colpita da un drone marittimo ucraino. Questa mattina, i media locali hanno segnalato esplosioni vicino al Ponte di Crimea, nella città contesa di Kerch e nello Stretto di Kerch, dove il bersaglio è stato la chimichiera (tipo di petroliera adibita al trasporto di prodotti chimici) Sig.
Per l’impatto, la sala macchine della petroliera è stata danneggiata e l’equipaggio ha riportato ferite lievi dovute ai vetri rotti. La nave, che è sottoposta a sanzioni statunitensi per aver fornito carburante per aerei alle forze russe in Siria, è stata colpita da un drone carico di 450 chilogrammi di TNT poco prima della mezzanotte. L’attacco ha creato un buco nella sala macchine a livello dell’acqua sul lato destro, costringendo gli uomini a bordo a fermare l’ingresso dell’acqua. Secondo l’Agenzia Federale per il Trasporto Marittimo e Fluviale russo, al momento dell’attacco l’imbarcazione non stava trasportando petrolio.
L’iniziativa ucraina arriva poche ore dopo l’attacco di altri droni marini ai danni di un’importante base navale a Novorossiysk, città costiera sul Mar Nero che ospita il porto russo più grande per volumi di merci.
L’Ucraina, nelle ultime settimane, ha infatti intensificato gli attacchi utilizzando veicoli senza pilota e colpendo obiettivi all’interno del territorio russo, compresa Mosca. L’esercito di Zelensky sta utilizzando apparecchi veloci e semi-sommergibili molto difficili da contrastare: possono essere facilmente portati in mare e sono in grado di percorrere centinaia di chilometri per raggiungere i loro obiettivi.

Le forze ucraine si stanno concentrando sopratutto nei pressi dello Stretto di Kerch, che collega la penisola di Crimea alla Russia continentale. Dopo l’annessione della penisola nel 2014, il Cremlino ha speso 3,7 miliardi di dollari per collegare fisicamente la Crimea alla Russia tramite un ponte che nel 2018 Vladimir Putin ha inaugurato personalmente guidando un convoglio per i suoi quasi 20 chilometri.
Tutto questo mentre l’Arabia Saudita ha aperto oggi un incontro sull’Ucraina con i rappresentanti delle potenze emergenti e dei Paesi occidentali: un nuovo tentativo di Riad di rafforzare la propria influenza internazionale. La ricca monarchia del Golfo ha annunciato l’arrivo di “consiglieri di sicurezza di Paesi fratelli” per discutere della “crisi ucraina” a Gedda, sulle rive del Mar Rosso, senza però rivelare i nomi degli Stati partecipanti: sono circa trenta quelli invitati, esclusa la Russia.
I diplomatici sostengono che Riad fosse particolarmente desiderosa di accogliere Brasile, India, Cina e Sudafrica, i membri dei Brics (insieme alla Russia) che, a differenza dell’Occidente, non si sono schierati con l’Ucraina, ma non hanno sostenuto l’invasione russa lanciata nel febbraio 2022. Criticata dai Paesi occidentali per il suo rifiuto di condannare la Russia, la Cina ha inviato a Gedda il suo inviato per l’Ucraina, Li Hui. Pechino si è detta determinata a “continuare a svolgere un ruolo costruttivo per una soluzione politica della crisi ucraina”. Anche India e Sudafrica hanno annunciato la loro partecipazione.