C’è un fenomeno – non atmosferico – per cui, di fronte alle notizie di incendi, inondazioni, tempeste di grandine, temperature record superiori a 40°C, molte persone si sentono disorientate, impotenti, in ansia per il futuro, per i propri figli, per l’impatto sull’ambiente.
Le richieste di terapeuti specializzati in “eco-ansia” sono aumentate e la rete di servizi per la salute mentale negli Stati Uniti se ne sta occupando con l’aggiunta di un nuovo progetto. Sotto il nome di “Climate-Aware Therapist” si riuniscono tutti gli psicologi e psichiatri, iscritti alla Climate Psychiatry Alliance fra USA e Canada, che considerano e trattano le conseguenze della crisi climatica sul benessere psico-fisico come fosse una nuova patologia.
Per il momento, i professionisti che hanno partecipato ai corsi di formazione e che poi si sono messi in contatto sono più di un centinaio, ma l’obiettivo è di raccogliere quanti più psicologi, psichiatri, e terapeuti possibili in modo da creare una rete solida che possa rispondere più velocemente alle esigenze dei pazienti.
In generale, non è facile definire con un numero preciso quante persone soffrano di “eco-ansia” – cioè, come la definisce la Treccani, “la profonda sensazione di disagio e di paura che si prova al pensiero ricorrente di possibili disastri legati al riscaldamento globale e ai suoi effetti ambientali”.
I sintomi – che comprendono attacchi di panico, stress, tristezza, rabbia, frustrazione – spesso sono legati ad altre patologie e non è necessario essere né un attivista né un vegano purista per soffrirne. Anche gli esperti che studiano il cambiamento climatico o chi, a un certo punto, si rende conto di quanta plastica consuma potrebbe sentirsi disorientati, a disagio. Ma sono soprattutto i giovani della Gen Z a parlarne, a sensibilizzare, coloro che di fronte al senso di impotenza a causa di certi fenomeni, si dicono senza speranza.
La categoria di Climate Psychiatry Alliance è un esempio riproducibile anche in altri Paesi del mondo. In Italia per il momento i terapeuti non si specializzano in “eco-ansia”, ma gli italiani e le italiane che partecipano alle azioni di Ultima Generazione, alle proteste di Fridays For Future, che aiutano in caso di emergenza o che non vedono un futuro sono tanti. E tra queste, anche la giovane attivista catanese che qualche giorno fa è riuscita a far commuovere il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin.