Nonostante le aspre critiche da parte di insegnanti e organizzazioni per i diritti civili, il consiglio d’istruzione della Florida ha adottato nuove regole su come insegnare la storia dei neri americani nelle classi dello Stato.
Gli standard aggiornati per gli educatori contengono “chiarimenti”, come “il modo in cui gli schiavi hanno sviluppato competenze che, in alcuni casi, potevano essere applicate a loro vantaggio personale.” “Non è stato rimosso nulla, anche ciò che continuiamo a dire essere il buono, il brutto e il cattivo”, ha detto il commissario per l’istruzione della Florida Manny Diaz Jr. durante un’audizione a Orlando
William Allen e Frances Presley Rice, entrambi membri del gruppo di lavoro che ha elaborato le nuove linee guida, hanno dichiarato giovedì che il nuovo piano intende portare alla luce il fatto che gli schiavi non fossero solo vittime.
“Gli studenti della Florida meritano di imparare come gli schiavi abbiano approfittato delle circostanze in cui si trovavano per avvantaggiare se stessi e la comunità dei discendenti africani”, secondo la dichiarazione di Allen, uno scienziato politico, e di Presley Rice, uno scrittore che ha co-fondato un’associazione no-profit dedicata alla sensibilizzazione sul ruolo che gli afroamericani hanno svolto nella storia della nazione.
Non è dello stesso avviso Derrick Johnson, presidente della National Association for the Advancement of Colored People, che in un comunicato ha definito la decisione del consiglio scolastico come un tentativo di “riportare il nostro Paese a un’America del XIX secolo in cui la vita dei neri non era valorizzata”.
Il sindacato degli insegnanti della Florida ha affermato in un comunicato che i nuovi standard “confermano molti dei peggiori timori” degli insegnanti sulla crociata del governatore repubblicano Ron DeSantis contro l’ideologia “woke”. All’inizio di quest’anno, ad esempio, la Florida ha respinto una proposta di corso avanzato di studi afroamericani, ritenendolo infarcito di ideologia comunista.
Inoltre, il Sunshine State è uno dei numerosi Stati che hanno vietato l’insegnamento della teoria critica della razza, secondo la quale il pregiudizio razziale è radicato nelle istituzioni e nella legislazione americane.