Tempi difficili per Donald Trump. L’ex presidente ora è ufficialmente al centro delle indagini anche per il tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021 e per gli sforzi per cercare di ribaltare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020 culminate nell’attacco al Campidoglio. Giovedì potrebbe essere arrestato per la terza volta in meno di tre mesi.
Una giornata campale per l’ex presidente cominciata con un suo lungo post sul social Truth in cui ha rivelato di aver ricevuto la notifica dal Consigliere Speciale Jack Smith, in cui viene specificato che è al centro dell’inchiesta giudiziaria e ha quattro giorni di tempo per presentarsi alla procura federale. L’ex presidente ha scritto sul suo sito che si aspetta di essere arrestato e formalmente incriminato.
Nel suo post Trump ha attaccato di nuovo Joe Biden e l’Attorney General, Merrick Garland, accusandoli di “strumentalizzazione e interferenze politiche”. Secondo Trump, chi guida oggi la Casa Bianca vuole “eliminare il principale avversario alle prossime elezioni”.
Trump ha detto di aver ricevuto la notifica del suo coinvolgimento nelle indagini sull’assalto al Congresso domenica sera “mentre ero con la mia famiglia”, definendo il procuratore Smith “il pazzo”.
La notifica è il segno più chiaro che Jack Smith sta formalizzando la richiesta di incriminazione per Trump, anche se non è chiaro quali accuse potrebbero essergli notificate. Così come per il momento non è chiaro se la notifica sia stata fatta solo a lui o ad altri suoi collaboratori o ex collaboratori come Rudy Giuliani o John Eastman, l’avvocato che con Jeffrey Clark avrebbe ideato lo schema dei falsi elettori per bloccare la certificazione della vittoria di Biden, o a Roger Stone e Ali Alexander gli organizzatori del raduno Stop The Steal che ha portato i sostenitori di Trump nello spiazzale del Campidoglio. O Mark Meadows, il suo ex capo di gabinetto.
I repubblicani del Congresso si sono affrettati a difendere l’ex presidente sostenendo che il Dipartimento di Giustizia sta portando avanti indagini politicamente motivate nel tentativo di danneggiare Trump, che è attualmente il favorito per la nomina presidenziale repubblicana.
“Immagino che sotto l’amministrazione Biden ti puoi aspettare anche questo”, ha detto ai giornalisti lo speaker della Camera Kevin McCarthy. “Di recente il presidente Trump è salito nei sondaggi e in realtà stava superando il presidente Biden per la rielezione. Quindi cosa fanno adesso? Armano il governo, inseguono il loro avversario numero uno”.

La rappresentante Elise Stefanik, la terza repubblicana della Camera, ha affermato che l’ultimo sviluppo è “un altro esempio come il DOJ usi la giustizia come arma politica di Joe Biden che prende di mira il suo principale avversario politico, Donald Trump”.
Uno dei difensori più espliciti di Trump al Congresso, la congresswoman della Georgia Marjorie Taylor Greene, ha definito la notifica inviata all’ex presidente “una stronzata”. “E’ questo è l’unico modo che hanno i democratici per battere il presidente Trump, è arrestarlo, diffamarlo con accuse ridicole”, ha detto la deputata.
L’atto di notifica non necessariamente significa che il destinatario sarà incriminato. Comunque tutto lascia credere che l’incriminazione di Trump per l’assalto al Congresso sia imminente e che si aggiungerebbe ai procedimenti giudiziari già in corso: quello per i documenti top secret nascosti e trovati dagli agenti dell’Fbi nella sua residenza-club a Mar A Lago e quelli per i pagamenti in nero da parte della sua holding, la Trump Organization, all’attrice di film porno Stormy Daniels e all’ex modella Karen McDougal. Pagamenti per non rivelare a pochi giorni dalle elezioni del 2016 le sue scappatelle.
Ieri sera, poi, la più alta corte della Georgia ha respinto la richiesta degli avvocati dell’ex presidente di impedire al procuratore distrettuale della contea di Fulton, Fani Willis, di perseguirlo per i suoi tentativi di ribaltare il risultato elettorale nello Stato della Georgia alle presidenziali del 2020.
Al centro dell’indagine c’è la telefonata, registrata nel gennaio 2021 dal Segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger, in cui Trump gli chiedeva di “trovare” il numero di voti sufficiente per ribaltare la sua sconfitta. Willis ha anche esaminato il complotto per nominare una lista alternativa di elettori nel tentativo di assegnare i voti elettorali della Georgia a Trump, anziché a Biden, prima della certificazione congressuale dei risultati elettorali.
La squadra legale di Trump aveva sostenuto che Fani Willis, una democratica, era prevenuta nei confronti dell’ex presidente e le sue indagini avrebbero dovuto essere rigettate così come le conclusioni del gran giurì. I magistrati hanno respinto la richiesta trovando le motivazioni “infondate”.
Ed infine in Florida questo pomeriggio c’è stata una udienza preliminare per stabilire come verranno esaminati e discussi in aula i documenti top secret che l’ex presidente aveva portato via dalla Casa Bianca.
Gli avvocati del Dipartimento di Giustizia e quelli dell’ex presidente Donald Trump e del suo assistente Walt Nauta, si sono incontrati nella corte federale di Fort Pierce, in Florida, in una udienza preliminare per decidere i tempi per il processo. Al centro del contenzioso il modo in cui la legge sulla sicurezza nazionale, nota come Classified Information Procedures Act, o CIPA, avrà un impatto sul caso nei prossimi mesi, bilanciando i diritti del giusto processo di Trump e Nauta con gli interessi di sicurezza nazionale che circondano il materiale altamente riservato che Trump aveva trattenuto dopo aver lasciato la Casa Bianca. Il processo dovrebbe cominciare a dicembre, ma gli avvocati di Trump hanno chiesto più tempo per preparare il caso proprio per la difficoltà di esaminare i documenti riservati e preparare la difesa. Il giudice Eileen Cannon, nominata da Trump, si è riservata la decisione, ma ha affermato che per la complessità del caso giudiziario difficilmente il processo potrà iniziare a dicembre.
Trump è stato rinviato a giudizio con 37 imputazioni, mentre Nauta deve affrontare sei capi di imputazione per vari reati legati all’ostruzione. Entrambi si sono dichiarati non colpevoli delle accuse.