Due persone hanno perso la vita e una bambina è rimasta ferita lunedì in due distinte esplosioni avvenute sul ponte di Crimea, che collega la penisola ucraina annessa da Mosca nel 2014 al resto del territorio russo. Precedentemente le autorità russe della regione avevano riferito di una “emergenza” sulla struttura, che ne ha imposto la chiusura al traffico.
Le deflagrazioni sarebbero avvenute alle 3:04 e le 3:20 ora locale. Due persone a bordo di un’auto sarebbero morte per il crollo di una campata della struttura. Immagini non verificate mostrano che un tratto di strada sul ponte si è spaccato piegandosi su un lato con le barriere metalliche.
“La ragazza è stata ferita”, ha dichiarato Vyacheslav Gladkov, governatore della regione di Belgorod, in un messaggio su Telegram. “La cosa più difficile è che sono morti i suoi genitori, papà e mamma”. “Nessuna parola può calmare il dolore della perdita”, ha aggiunto.
I funzionari russi hanno puntato il dito contro Kyiv per quello che hanno definito un attacco “terroristico”. L’esercito ucraino ha invece suggerito che l’attacco potrebbe essere una sorta di provocazione da parte della Russia stessa – malgrado gli stessi media ucraini sostengano che dietro l’incidente ci sia il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina. Un grave danno al ponte comprometterebbe le linee di rifornimento russe e potenzialmente bloccherebbe decine di migliaia di turisti russi in Crimea.
L’attacco arriva nelle stesse ore in cui il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di sospendere l’accordo sul grano negoziato dalle Nazioni Unite e dalla Turchia – che per un anno ha consentito l’esportazione di grano ucraino attraverso il Mar Nero, scongiurando una crisi alimentare globale nei Paesi a basso reddito.