Transizione energetica o libertà religiosa? A dirimere lo scontro tra Governo federale USA e tribù native americane del Nevada ci penserà presto un’aula di tribunale.
Il nodo del contendere è l’intenzione dell’amministrazione Biden di costruire due miniere’ green’ sulle terre degli indiani d’America per velocizzare la transizione energetica verde del Paese. Il progetto ha però incontrato la netta opposizione degli storici abitanti del posto, che da secoli si recano nelle loro terre sacre per pregare.
“Quando si pensa alla libertà religiosa bisogna tenere presente che la Costituzione americana protegge le religioni che trattano particolari luoghi come sacri”, ricorda Holly Holmlman, avvocato-difensore dei nativi. Diritti costituzionali che, a suo dire, sono violati dal capitalismo avido di terre in cerca di materie prime.
Così, mentre il popolo Paiute lotta contro l’apertura di una miniera di litio, a Washington si investe per estrarre minerali indispensabili per elettrificare il sistema di trasporto e, di conseguenza, diminuire l’inquinamento ambientale.
Alcuni ambientalisti si sono prontamente schierati con le tribù per bloccare l’avanzamento delle miniere, ma le loro istanze sono state fondamentalmente ignorate – nonostante l’amministrazione Biden abbia nominato proprio l’indiana-americana Deb Haaland per guidare il dipartimento degli Interni.
Le proteste perciò continuano. E non solo in Nevada. Manifestazioni si sono tenute anche in Arizona – dove gli Apache hanno occupato il territorio di Oak Flat, che essi considerano un “luogo ancestrale”. Gli attivisti delle tribù del Nevada dell’Idaho e dell’Arizona sostengono che la costruzione delle miniere violi il Primo Emendamento e solleva una domanda cruciale: la libertà di religione può fermare la transizione energetica?